In questo periodo festival e rassegne si distinguono per originalità. Non ci deve stupire quindi l’inizio, in questi giorni, del Pordenone Silent Film Festival, dedicato, come si arguisce facilmente, al cinema in cui non si sentono le voci degli attori.
Giunto alla 27 edizione, la rassegna inizia il 4 Ottobre per finire il 10 dello stesso mese. Il festival si veste di nuovo, in un approccio alla proiezione dei film orientato allo studio e all’analisi, alla retrospettiva nella quale, ci dimostra, è possibile scavare all’infinito.
A riempire il non sempre sgradevole vuoto causato dalle parole mancate, consuetamente arriva la musica. Ospite d’eccezione, quest’anno, Michael Nyman, la realizzazione di un sogno per un festival di questo tipo. Sarà tuttavia solo uno tra i tanti musicisti che interverranno ad allietare l’udito dei partecipani alla manifestazione.
A Vittorio Martinelli, quest’anno, è dedicata la proiezione di rarissimi film italiani da lui ritrovati. Si tratta di film di Gallone, Vincenzo Scarpetta, Maciste, Omegna, Ambrosio (fotografato da Vitrotti),e non mancheranno altri nomi legati al festival, David Gillespie, John Barnes e Francis Lacassin.
Il corpo e la danza verranno glorificati con la proiezione di incunaboli non destinati a proiezioni pubbliche di Alexander Shiryaev, maestro del sommo Nijinski. Comprenderemo quindi il modo in cui la danza contemporanea ha influenzato il cinema, nel momento della massima espressione.
Da segnalare la rassegna sul “tocco francese” nella quale riscopriremo i nomi di Jacques Fer, le opere di Jean Renoir, Augusto Genina e di altri cineasti. Nel corso della serata finale delle Giornate, la provincia di Pordenone assegnerà il 23° Premio Jean Mitry.