Paranormal Activity, recensione

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Finalmente sbarca in Italia Paranormal Activity uno degli ultimi fenomeni horror di massa made in USA, e sula scia del sopravvalutato The Blair Witch Project crea un tam tam mediatico che moltiplica miracolosamente il miserrimo budget investito dal giovane filmaker israeliano Oren Peli, che mr. Hollywood Steven Spielberg fiutato l’affare mette subito sotto contratto.

La trama è tanto semplice quanto classica nel suo pescare dal repertorio dell’horror a sfondo demoniaco vedi L’esorcista, miscelandolo con il filone delle case infestate vedi Amityville Horror e affini. Una coppia di ragazzi trasferitasi in una nuova casa decide di registrare con una videocamera le incursioni notturne di un non bene identificata entità demoniaca.

Il demone molestatore dopo una fase di riscaldamento con qualche fastidioso effetto poltergeist con tanto di tonfi, suoni gutturali e passeggiate notturne, insomma tutto il repertorio da spiritello burlone, prendera presto confidenza e comincerà ad accampare diritti sulla formosa coinquilina.

Lo stile utilizzato dal regista è chiaramente il modaiolo mockumentary, sulla scia del cugino The Blair Witch Project  e del recente Il quarto tipo, ma attenzione Peli  non millanta storie realmente accadute, filmati reali e finte testimonianze, quindi da questo punto di vita andrebbe premiato a prescindere.

Paranormal Activity alterna il quotidiano diurno dei due protagonisti seguito passo passo da una onnipresente videocamera, alle riprese notturne delle incursioni della molesta manifestazione, che bisogna ammettere, nonostante nessun montaggio, colonna sonora ed effetti speciali restano le parti più incisive e cuore di tutta l’operazione.

Ed ora la parte più importante, questo film che nasce come video casalingo come tale andrebbe fruito, la visione in sala ne smorza molta della capacità ansiogena, il grande schermo paradossalmente ha l’effetto di dilatare gli accadimenti, quindi il consiglio è di attenderne la distribuzione in DVD, perchè l’effetto su cui gioca Peli su grande schermo scema pesantemente.

Inoltre dimentichiamoci il battage pubblicitario, le frasi ad effetto, Paranormal Activity è un film che tecnicamente non regala nulla, tutto è spartano e quasi scolastico, diciamola tutta il film di Peli sarebbe stato un capolavoro assoluto solo se presentato come saggio finale in una scuola di cinema, ma il gonfiarne le aspettative, e la capillare distribuzione che cozza con l’idea di outsider, non fa che sminuirne gli indubbi pregi.

Concludiamo con le note stonate, il doppiaggio, chi ha visto il film in lingua originale si renderà subito conto del piattume dell’adattamento italiano che nelle  scene clou provoca anche qualche involontaria risata.

Il finale, sembra che sia stato lo stesso Spielberg ha consigliare a Peli di cambiarlo, così quello originale davvero intrigante e ben fatto, lascia il posto ad un colpo di scena da teen-horror di quart’ordine con tanto di ammiccamento parademoniaco, più para che demoniaco, alla videocamera, pare ci sia anche un terzo finale alternativo che sarà disponibile nella versione in DVD.

Insomma come avrete capito il miglior modo di godere appieno di questo film è in versione originale con il suono in presa diretta, in una visione casalinga che sicuramente amplificherà di molto l’effetto ansiogeno, e naturalmente con il finale che Peli aveva pensato in origine, prima della fase follia/euforia commerciale. Se comunque detto ciò volete ugualmente fruirne in sala sappiate che il rischio di una grossa delusione è decisamente elevato.