Sembrava uno dei film favoriti alla vittoria della tanto agognata statuetta per il miglior film, e invece “Boyhood” si è visto soffiare l’Oscar da “Birdman”, che guida la classifica dei film più premiati insieme a “Grand Budapest Hotel”.
Quest’ultimo, il film di Wes Anderson, ha vinto nelle cosiddette categorie tecniche, portando a casa quattro Oscar, per la miglior scenografia, miglior make-up, miglior colonna sonora originale e migliori costumi (con l’italiana Milena Canonero). Quattro statuette anche per “Birdman” di Alejandro González Iñàrritu, come dicevamo, che vince come miglior film, miglior sceneggiatura originale, miglior fotografia e miglior regia.
Nel suo discorso per la vittoria finale, il regista ha portato al centro dell’attenzione delle questioni politiche riguardanti la sua terra d’origine, il Messico:
Prego affinché riusciamo a trovar e a costruire il governo che ci meritiamo.
E poi un pensiero agli immigrati affinché vengano trattati “con la stessa dignità e rispetto di quelli che sono venuti prima e hanno costruito questa incredibile nazione di immigrati”.
Quasi a bocca asciutta “Boyhood”, il film girato nell’arco di 12 anni da Richard Linklater, che porta a casa solo una statuetta per la miglior attrice non protagonista Patricia Arquette, nonostante le sei nomination.