Dopo avervi proposto la cinquina di candidati alla miglior sceneggiatura originale, oggi ci occupiamo per gli Oscar 2011 di quegli script basati su opere letterarie, fumetti e altri film come sequel e remake, che quest’anno si contenderanno la statuetta per la miglior sceneggiatura non originale.
Prima delle nostre mini-schede vi segnaliamo qualche curiosità: la prima donna ad aver vinto in questa categoria è stata nel 1930 l’americana Frances Marion per Carcere (The big house), tra gli autori che hanno bissato nella categoria ricordiamo Mario Puzo per Il Padrino e Il Padrino-Parte II, mentre la scorsa edizione Geoffrey S. Fletcher con Precious è stato il primo afroamericano a vincere nella categoria.
Prima favorita della cinquina la regista e sceneggiatrice indipendente Debra Granik che per il suo Winter’s Bone, candidato anche come miglior film, ha adattato Un gelido inverno, romanzo dell’autore di crime americano Daniel Woodrell. Il film ha rastrellato un serie di premi internazionali all’insegna dell’indipendente tra il Sundance e il nostrano Festival di Torino, ma lo script della Granik oltre ad un premio speciale al Sundance porta a casa per il momento un solo riconoscimento vinto proprio al Torino Film Festival 2010.
Secondo candidato ed altro nominato al miglior film dell’anno 127 ore, il regista Danny Boyle adatta il romanzo biografico Between a Rock and a Hard Place dell’ingegnere meccanico ed alpinista statunitense Aron Lee Ralston in tandem con l’inglese Simon Beaufoy (Full Monty), per quest’ultimo un premio Oscar nel 2009 per la sceneggiatura non originale di The millionaire.
Terza candidatura e favorito per la vittoria finale come miglior film The Social Network di David Fincher, la sceneggiatura di Aaron Sorkin già autore per il legal-thriller Codice d’onore e La guerra di Charlie Wilson adatta il libro Miliardari per caso – L’invenzione di Facebook: una storia di soldi, sesso, genio e tradimento di Ben Mezrich. Lo script ha già vinto come miglior sceneggiatura ai Golden Globe 2011.
Quarta nomination per un altro adattamento che stavolta è anche un remake, trattasi del western Il Grinta tratto dal racconto di Charles Portis True Grit, i fratelli Coen non si ispirano tanto al classico del ’69 con John Wayne, ma puntano a trasporre il più fedelmente possibile il racconto di Portis che ricordiamo già adattato tre volte. Il film dei Coen è candidato a dieci statuette tra cui quelle per il miglior film e la miglior regia.
Ultimo candidato ed outsider della cinquina il sorprendente sequel d’animazione Toy Story 3-La grande fuga, trattasi di un ulteriore adattamento per il grande schermo di personaggi creati da John Lasseter, Peter Docter, Andrew Stanton e Joe Ranft nel 1995. Per questo terzo ed ultimo capitolo del fortunato franchise Pixar tornano John Lasseter ed Andrew Stanton che collaborano al soggetto e si aggiungono le new entry Lee Unkrich (soggetto e regia) e John Amdt (script), quest’ultimo premio Oscar nel 2007 per la sceneggiatura di Little Miss Sunshine. Toy Story 3 è candidato a cinque statuette tra cui quella per il miglior film e miglior cartone animato.