Dopo esserci occupati delle categorie cosiddette tecniche, dei film stranieri e dei cortometraggi, a una manciata di giorni dalla notte degli Oscar 2011 cominciamo a dare una scorsa alla lista delle nomination principali che riguardano il miglior film dell’anno, i documentari, le performance di attori e attrici e naturalmente i film d’animazione.
Cominciamo la settimana proprio con la categoria miglior lungometraggio d’animazione, che vede quest’anno una terna di candidati che esplorano l’animazione da due prospettive opposte e loro modo complementari, l’animazione classica nel senso più autorale del termine e i blockbuster in CGI di ultima generazione che fruiscono di optional hi-tech come il 3D e di script di altissimo profilo che puntano ad un target di spettatori talmente variegato che hanno permesso al cinema d’animazione dal 2001 di essere ammesso dall’Academy come categoria a se stante e quest’anno con Toy Story 3-La grande fuga di competere anche nella categoria miglior film al fianco dei blasonati colleghi in formato live-action.
Esordiamo con il favorito di questa edizione il sequel Toy Story 3-La grande fuga, l’accoppiata d’oro Disney-Pixar sforna il Toy Story definitivo grazie al Bill Gates dell’animazione John Lasseter che per concludere degnamente un franchise che ha spopolato tra grandi e piccini sceglie un 3D di alto profilo e recluta il regista del memorabile Monsters & Co. Lee Unkrich e lo sceneggiatore premio Oscar per Little Miss Sunshine Michael Arndt, scegliendo un’approccio alla storia decisamente più adulto, con intriganti virate dark e la classica ricetta vincente all’insegna dell’omaggio pop-citazionista che paga sempre e guadagnandosi meritatamente una doppia nomination sia nella categoria miglior film, che in quella di miglior lungometraggio d’animazione.
Secondo candidato di quest’anno alla prestigiosa statuetta il sorprendente Dragon trainer, anche stavolta come in Toy Story la concezione del 3D è alla Avatar senza eccessi da luna-park alla teen-horror e la firma della Dreamworks dell’orco Shrek da sempre una garanzia ci permette di esplorare un fumettoso mondo alternativo popolato da draghi e vichinghi, la coppia di registi/animatori Chris Sanders e Dean DeBlois, entrambi con una prestigiosa nomination agli Oscar nel 2003 per le avventure dell’anarchico Critter hawaiiano Stitch, adattano un libro per bambini e strizzano l’occhio alla generazione Pokemon, allestendo su schermo un vero e proprio gioco di carte collezionabili animato. Il film è nominato anche per la categoria miglior colonna sonora originale.
Ultimo candidato per questa edizione e vero e propio outsider di quest’anno le elegantemente anacronistiche meraviglie in 2D de L’illusionista, il regista, scrittore ed animatore francese Sylvain Chomet a sette anni dal suggestivo Appuntamento a Belleville torna all’animazione vecchio stampo e ripesca uno script del regista ed attore Jacques Tati per regalarci un piccolo gioiello di rara bellezza e spessore visivo, che dimostra come l’animazione tradizionale tocchi vette artistiche davvero inarrivabili come insegna il piu grande fautore dell’animazione di stampo classico, il maestro Hayao Miyazaki.