Altro giro, altra corsa proseguiamo con il Toto-Oscar occupandoci di una categoria tecnica, la migliore fotografia rappresentante di un aspetto vitale nella realizzazione di un’opera cinematografica.
La figura premiata, il direttore della fotografia, crea in simbiosi con il regista il look del film, dandogli un’impronta visiva peculiare che è parte imprescindibile del processo creativo, proprio perchè ne rispecchia gi intenti visivi.
Ricordiamo che è italiano uno dei maestri di questa vera e propria arte, parliamo naturalmente di Vittorio Storaro, che con all’attivo tre premi Oscar e una filmografia di raro spessore ha contribuito a kolossal del calibro di Apocalipse Now e L’ultimo imperatore.
Ed ora gli Oscar 2010, negli ultimi dieci anni solo due volte il premio per la miglior fotografia ha coinciso con il miglior film dell’anno, è stato il caso del 2000 con American Beauty con l’Oscar postumo a Rober L. Hall, e nella scorsa edizione con The Millionaire premio al veterano Anthony Dod Mantle.
Quest’anno tranne un film, le nomination vanno di pari passo con i papabili al miglior film dell’anno, iniziamo con il direttore della fotografia di origini italiane Mauro Fiore, che fa parte del team delle meraviglie che ha curato l’immersivo look del kolossal Avatar, nel curriculum di Fiore l’action sci-fi di Michael Bay The Island .
Gli altri quattro nominati sono Barry Ackroyd (The Hurt Locker), Robert Richardson (Bastardi senza gloria), nel carnet di quest’ultimo due Oscar per The Aviator e JFK-Un caso ancora aperto, e l’austriaco Christian Berger per lo splendido bianco e nero de Il nastro bianco di Aneke.
Fanalino di coda nei pronostici, non certo nella qualità il francese Bruno Delbonnel, l’impatto visivo e le sfumature dark donate a Harry Potter e il Principe Mezzosangue, sono forse la parte migliore del non brillantissimo sesto adattamento della saga creata dalla scrittrice JK Rowling.