Come ben sa chi ci segue da un pò di tempo, il nostro blog ha sempre riservato ampio spazio ai cortometraggi, non solo con semplici segnalazioni, ma cercando di raccontarne importanza e identità, quindi eccoci pronti ad occuparci delle nomination agli Oscar 2010 proprio per i migliori cortometraggi, che quast’anno presentano la consueta triplice veste, cortometraggi di fiction, cortometraggi d’animazione e cortometraggi documentario.
Oggi parleremo della cinquina di cortometraggi di fiction, dandovi una breve descrizione del corto nominato, linkando ai relativi siti ufficiali dove potrete vedere i trailer.
Iniziamo con uno dei favoriti, The door diretto a quattro mani da Juanita Wilson e James Flynn, il corto girato in Ucraina parte dal furto di una porta, per la regista simbolo universale di vita e metafora di nuove occasioni e cambiamento, un gesto solo all’apparenza assurdo e che solo nel finale avrà la sua motivazione. Nel mezzo frammenti di immagini, flashback e ricordi che ci rammentano la tragedia di Chernobyl. La regista a proposito della sua nomination ha dichiarato:
Sono assolutamente felice della nomination agli Oscar per The door, in particolare per tutte le persone che in Bielorussia e in Ucraina vivono ancora sotto la nube di Chernobyl…fare questo film è stata un’esperienza molto particolare e sorprendente, tutto d’un tratto ci siamo ritrovati sulla scena mondiale.
Proseguiamo le nomination con lo svedese Instead of abrakadabra di Patrik Eklund e Mathias Fjellstrom, Tomas è un prestigiatore alquanto spericolato, al grido di chimay! parola coniata per sostituire l’obsoleto abracadabra, Tomas infilza donne, ed estrae conigli dal cilindro, ma la realtà e che la sua famiglia, padre in testa, prega ogni giorno perchè la smetta e si trovi un vero lavoro.
Eccoci ora ad una altro favorito della cinquina, si tratta di Kavi di Gregg Helvey, il presupposto su cui si basa questo corto è terrificante, ci sono ancora oggi 27 milioni di persone ridotte in schiavitù in tutto il mondo, una schiavitù moderna che coinvolge anche i bambini e viene mascherata come forma di lavoro. 19 minuti per raccontare la storia di un ragazzino indiano in fuga da un vero e proprio campo di lavoro, inferno conosciuto come la fornace. il film di Helvey diventerà presto un lungometraggio:
Lo scopo è quello di motivare l’azione attraverso la consapevolezza, per questo collaboreremo con associazioni contro la schiavitù, che spingeranno gli spettatori a fare passi pratici affinchè la schiavitù abbia fine.
Ed ora occupiamoci di Miracle Fish di Luke Doolan e Drew Bailey, un ragazzino timido e solitario, perennemente tormentato dai suoi compagni di scuola, durante la ricreazione cerca un nascondiglio tranquillo, lo troverà e si addormenterà, al suo risveglio un paesaggio desolante, la scuola è completamente deserta con alunni e professori svaniti, cosa sarà successo?
Concludiamo con una vena di follia dark grazie al cortometraggio di Joachim Back e Tivi Magnusson The new tenants, un vicino di casa ficcanaso, un ambiguo spacciatore di droga e un marito che brandisce minaccioso un’arma, la vendetta è il tema portante di questo intrigante corto dai sorprendenti risvolti romantici.