L’orfanello Oliver Twist (Barney Clark) ha un carattere forte e non semplice da sottomettere e dotato di una certa intelligenza, dote affinata dall’essere un trovatello che deve fare i i conti con una vita dura fatta di stenti e padroni che sostituiscono la famiglia perduta, così un bel girono dopo l’ennesimo affido Oliver riesce a fuggire e a raggiungere Londra.
Qui girovagando per i vicoli fa la conoscenza di un altro orfano che vive di furti e piccole truffe che lo accompagna in una soffitta, dove Oliver farà la conoscenza di una banda di ragazzini che vivono di espedienti sotto la guida del sordido Fagin (Ben Kingsley), che per controllare i ragazzi si serve del suo violento braccio destro Bill Sikes (Jamie Foreman).
Oliver durante una fase del suo addestramento viene arrestato e accusato di un furto del quale però non è responsabile, lo salverà e lo prenderà in custodia un ricco e stimato nobiluomo, che deciderà di tenerlo con sè ed educarlo.
Ma Fagin e Sikes preoccupati che Oliver racconti di loro organizeranno prima il suo rapimento, poi un furto nella casa del suo tutore, per fortuna una ragazza al soldo di Fagin tenterà di far fuggire Oliver, ma il tentativo purtroppo avrà un tragico epilogo…
Roman Polanski (Il pianista) riporta sul grande schermo una delle opere più conosciute di Charles Dickens insieme al racconto Canto di Natale e al romanzo David Copperfield, e lo fa con un’eleganza e un rispetto per l’originale che catturano l’essenza dark delle novella dello scrittore inglese, e vi aggiunge una sontuosa ed immersiva messinscena che ci accompagnerà in una fatiscente Londra popolata da una serie di brutti, sporchi e cattivi da far invidia ai baraccati di Monicelli.
Oliver Twist oltre ad essere una dignitosa trsposizione da grande schermo del romanzo, non siamo minimamente d’accordo con chi l’ha paragonata ad una fiction televisiva, può vantare un mellifluo e viscido villain da manuale interpretato da Sir Ben Kingsley, un piccolo protagonista davvero efficace ed un’atmosfera tanto cupa quanto intrigante che ci accompagna verso un finale per una volta non accomodante.