Ci sono una serie di curiosità sulla pellicola originale (e famosissima) del 1974, che dovete conoscere prima di andare al cinema per guardare la versione 3D 2012 di “Non aprite quella porta”, che pare sia fedele all’illustre film che la precede. Diamo dunque un’occhiata a queste ‘chicche’ cinematografiche di “Non aprite quella porta”, da unire alla recensione in anteprima del film in 3D.
Cose che dovreste sapere, prima di aprire quella porta ancora una volta. Il film del 1974 è un successo, tale da diventare un vero e proprio franchise dell’horror.
1. Non è una storia vera.
2. L’idea al regista Tobe Hopper è venuta entrando a conoscenza della vita di Ed Gein. Anche “Psyco” e “Il silenzio degli innocenti” hanno questo input.
3. L’attrice che viene appesa su un gancio usato dal macellaio è stata sostenuta veramente da un filo di nylon tra le gambe, che le ha causato un dolore terribile.
4. In Australia non hanno proiettato il film per sei anni.
5. Tobe Hooper ha dichiarato di aver avuto l’idea per il film mentre era nella sezione hardware di un negozio affollato. Ebbe una folgorazione nel vedere le motoseghe.
6. John Dugan, che recita nella parte del nonno, dopo la prima estenuante seduta di trucco di 5 ore, scelse di non volersi più sottoporre alla tortura. Ciò vuol dire che tutte le scene con lui presente dovevano essere girate prima che il trucco “andasse via”.
7. Edwin Neal che ha recitato la parte dell’autostoppista ha dichiarato che girare il film è stato il periodo peggiore della sua vita… ed ero stato in Vietnam, con le persone che cercavano di uccidermi, quindi questo credo che dimostri quanto fosse brutto.”
8. Il film è stato girato in ordine cronologico.
9. La motosega usata in “Non aprite quella porta” era un Poulan 245A, con un pezzo di nastro nero che copre il logo Poulan per evitare possibili cause legali.
10. Il film è stato respinto dalla censura del cinema britannico nel 1975, ma è uscita una versione limitata. E’ stato poi vietato di nuovo nel 1977 e nel 1984. Nel 1999 uscì non tagliato per il cinema e la tv, dopo 25 anni.
11. Lo script ebbe diversi titoli tra cui Leatherface, Leatherface Stalking e Head Cheese.
12. Lo scheletro umano che si trova nella casa, alla fine del film, era un vero scheletro umano. Ne hanno usato uno vero perché uno scheletro umano era molto più economico di uno di plastica.
13. Tobe Hooper ha consentito a Gunnar Hansen di sviluppare Leatherface come ritenesse opportuno, sotto la sua supervisione. Hansen ha deciso che Leatherface fosse mentalmente ritardato con dei problemi nel linguaggio ed è andato in una scuola di ragazzi con problemi mentali per guardarli ed ascoltarli.