Il Congresso americano sta per approvare una legge che amplia i poteri delle autorità riguardo la sorveglianza dei pubblici cittadini, il senatore Phil Hammersley (Jason Robards) che non approva il disegno di legge che secondo lui viola platealmente la privacy degli elettori ha deciso di ostacolarne l’approvazione.
Dal canto suo il sin troppo zelante Thomas Reynolds (John Voight) direttore dell’NSA sente di aver bisogno di ogni mezzo lecito e illecito per combattere il terrorismo, quindi organizza l’omicidio di Hammersley con il supporto di due suoi agenti ed un farmaco che simulerà un attacco di cuore sviando qualsiasi sospetto.
Quelllo che Reynolds non sa è che in prossimità del luogo dell’omicidio un ricercatore ha piazzato una videocamera per monitorare la fauna locale, videocamera che riprende anche l’assassinio sin nei minimi particolari.
L’improvvido ricercatore visto il video ben presto farà il collegamento con la morte del senatore diventando in men che non si dica l’obiettivo di Reynolds e della sua squadra che cominceranno a dargli la caccia causandone la morte accidentale.
Prima che il ricercatore braccato perda la vita riesce a passare il disco incriminato all’inconsapevole Robert Clayton Dean (Will Smith), un avvocato di Washington incontrato durante la sua fuga in un negozio di lingerie. Così Dean da quel momento diventerà il bersaglio inconsapevole di Reynolds che grazie ai suoi nuovi poteri ne distruggerà vita e carriera, portandolo sull’orlo della disperazione.
Il regista Tony Scott affronta il genere spionistico omaggiandone grandi classici come Il maratoneta e La conversazione, donando alla sua pellicola un intrigante look hi-tech e seguendo la sua tipica impronta visiva patinata e iperdinamica che ritroveremo anche nel successivo Spy game, altro omaggio al genere e puntando in questo caso su un efficace e lanciatissimo Will Smith reduce dal successo di Men in Black e un villain di lusso che è sempre una garanzia, il veterano John Voight.
Nemico pubblico miscela sapientemente lo spettacolo da action-thriller di ultima generazione di cui Tony Scott è rappresentante indiscusso, ad omaggi e rimandi a pellicole che hanno contribuito a lanciare su grande schermo il genere, oltre ai film già citati aggiungiamo anche il cult di Pollack I tre giorni del condor, e se poi consideriamo l’odierno dibattito scaturito dalla legge sulle intercettazioni la tematica trattata nel film si dimostra ancor più attuale.
Note di produzione: la presenza di Gene Hackman nel film è un esplicito omaggio all’Harry Caul del memorabile La conversazione di Francis Ford Coppola, nel ricco cast figurano anche Gabriel Byrne, Tom Sizemore e Jack Black. Il film a fronte di un budget investito di 90 milioni di dollari ne rastrellò oltre 250.