Gabriele Muccino è prossimo al suo ritorno nelle sale cinematografiche italiane con Quello che so sull’amore, film che ha già debuttato negli Usa.
Un debutto agrodolce, minato dalle difficoltà. Quello che so sull’amore non ha conquistato l’America, in virtù di un errore di fondo indipendente dalla volontà e dal lavoro di Muccino. Dopo avervi raccontato com’è stato scelto il regista, ci domandiamo:
Di chi è la colpa di questo mancato successo?
La commedia romantica negli Usa non ha più lo stesso appeal di qualche anno fa. Sono ormai tramontati i tempi di Notting Hill e di Harry ti presento Sally.
Basta come alibi? No. Anche perché quella di Muccino, spacciata per una commedia romantica, è in realtà un’opera tendente al genere drammatico (motivo per il quale il buon Gabriele ha scelto di girarla)
In merito al ‘pasticcio’ americano, dunque, Muccino ha la sua teoria e la espone senza peli sulla lingua:
“Quello che so sull’amore è un film che non ha creato nessun problema durante la fase realizzazione. Tutto è andato per il meglio. Il problema è sorto quando il distributore mi ha detto che il film andava venduto come una commedia romantica, facendolo presente a me e ai produttore”.
Il problema, dunque, qual è stato?
“In America vendono il genere, non il film, né il regista ma il cast e il prodotto stesso. Ad esempio “Sette Anime” la Sony lo ha distribuito come un thriller, ma in realtà é un ibrido non catalogabile”.
E poi, afferma Muccino, si pecca di superficialità:
“Negli USA i film vengono giudicati dai critici già dal trailer e dal marketing che viene fatto per promuoverlo.”
Eccolo, dunque, il Muccino che conosciamo. Secco, diretto, pronto ad andare anche contro i geni del marketing hollywoodiano:
“L’insuccesso è dovuto ai seguenti fattori: dal trailer non si capiva bene che film fosse, il manifesto originale non era adatto. E poi il titolo originale “Giocare in ritirata” non aveva senso per me, e il weekend che hanno scelto per l’uscita é quello più debole dell’anno americano, ed era l’unico film che usciva quella settimana”. Una frittata, insomma. Fatta in America, con uova italiane.
E per il futuro? Il regista lavorerà ancora negli States? Muccino non è uno di quelli che accusa il colpo e, in presenza di difficoltà, rilancia:
“È come se giocassi a calcio contro Messi, non riuscirei mai a toglierli la palla! Ma non demordo, sono stato fortunato a fare tre film in un contesto del genere e spero di continuare in futuro”.