Se ne è andata ieri, all’età di 74 anni, Bernadette Lafont, stella del cinema francese a cavallo tra gli anni cinquanta e gli anni sessanta. Bernadette ha recitato in oltre 120 film, esordendo a vent’anni in un film del maestro François Truffaut, “L’età difficile, nel ruolo di protagonista.
Un film girato a Nimes, città di nascita della Lafont. Fu l’inizio di una carriera folgorante, ricca di pellicole che l’hanno resa un simbolo della Novelle Vague. Impossibile dimenticare una corrente che, anche grazie al suo contributo, fece brillare il cinema francese prima e il cinema europeo poi.
Bernadette Lafont si è spenta giovedì, dopo essersi sentita male all’interno della clinica per helioterapia in cui era ricoverata. Portata d’urgenza in ospedale, non ce l’ha fatta. Vale la pena ricordare le fasi principali della sua carriera. Dopo l’esordio ne “L’età difficile”, Bernadette partecipò al film “Le beau Serge” di Claude Chabrol, altro regista molto importante per la Nouvelle Vague. In questo film interpretò Maria in una storia verista, tipica del movimento, in cui un parigino in visita al paese natale ritrova l’amico d’infanzia, Sergio, infelicemente sposato e alcolizzato: una sorta di James Dean europeo.
Il film fu l’inizio di un duraturo sodalizio con il regista Chabrol. La coppia realizzò film quali “Donne facili” e “I bellinbusti”. Bernadette, che alternava cinema “impegnato” e ruoli in produzioni minori, divenne un’icona sexy di quegli anni d’oro. La sua attività continuò a vele spiegate per tutti gli anni ‘60. Nel decennio successivo, complice la nascita dei figli avuti dallo scultore ungherese Diourka Medveczky, diminuì le sue frequentazioni del set. Aveva vissuto anche un dramma Bernadette: la morte prematura di sua figlia, l’attrice Pauline Lafont, scomparsa nel 1988 appena venticinquenne.