L’America centrale è stata invasa da forme di vita provenienti dallo spazio che hanno infettato intere foreste trasformandole nel loro habitat, le creature sono dei giganteschi organismi luminescenti dotati di tentacoli che sembrano cibarsi di energia e che si sono spinti sino al confine del Messico con gli Stati Uniti, costringendo l’esercito americano a delimitare una zona di quarantena e a contrastare ad armi spianate l’avanzata aliena.
Durante una serie di evacuazioni precedenti alla chiusura per alcuni mesi della zona di quarantena, faremo la conoscenza del fotografo Andrew Kaulder (Scoot McNairy) incaricato dal suo editore di rintracciare la giovane figlia (Whitney Able) dispersa proprio sul confine, una volta rintracciata la ragazza i due proveranno a lasciare il Messico, ma il furto del passaporto di lei costringerà entrambi a sborsare una cospicua somma di denaro per affrontare con mezzi di fortuna la zona di quarantena onde raggiungere per tempo il territorio americano.
L’esordiente Gareth Edwards, aspirante regista inglese con circa 500.000$ di budget confeziona questo Monsters, regalandoci uno dei più interessanti ed anomali monster-movies di sempre, ispirandosi a una serie di pellicole che vanno dal recente District 9 fino al Cloverfield di JJ Abrams, passando per il The Mist di Darabont e il dino-cult Jurassic park. omaggiato quest’ultimo con una sequenza che rievoca l’attacco del tirannosauro della pellicola di Spielberg.
Edwards con il minimo indispensabile di creature su schermo, gli incontri ravvicinati tra la coppia di protagonisti e gli alieni si contano sulle dita di una mano e sfruttando al massimo le immersive location naturali situate tra Messico, Belize e Guatemala, porta a casa un risultato notevole piazzandosi a mezzavia tra il furbo, fracassone e costosissimo Cloverfield di JJ Abrams e il sorprendente mockumentary di Blomkamp District 9, ma attenzione a chi cerca azione alla Starship Troopers perchè visti i tempi dilatatissimi si rischia una bella delusione.
Note di produzione: il film è stato nominato a sei British Independent Film Awards, tra cui miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista e miglior produzione, Edwards oltre ad aver montato il film si è occupato anche delle sequenze, si parla di oltre 250 inquadrature, che contenevano effetti speciali.