Beatrix Potter (Renée Zelwegger) fu un’artista e una donna consapevole, dotata di un carattere indipendente decisamente poco consono al periodo in cui visse e si espresse artisticamente, stiamo parlando di un periodo che va dalla fine dell’ottocento alla prima metà del novecento, e mentre la madre cercava di accasarla in ogni modo presentadole nobiluomini a profusione, lei ne ignorava l’impegno e si rifugiava in un mondo fiabesco su cui poteva almeno avere un minimo di controllo.
Beatrix non potendo evitare una vita che sembrava designata sin dalla sua nascita e che sapeva, nonostante le sue resistenze, l’avrebbe prima o poi travolta, utilizzò la sua maestria nel disegno e la sua fantasia per realizzare delle incantevoli illustrazioni, creando una serie di animaletti, come il famoso Ludovico Coniglio Peter Rabbit), che negli anni a venire avrebbero conquistato il cuore di milioni di bambini con il loro tratto coinvolgente e le storie fantasiose, nonchè il mercato dell’editoria per l’infanzia.
Sarà un audace e lungimirante editore, Norman Warne (Ewan McGregor) che colte al volo le potenzialità del mondo creato da Beatrix la spingerà a pubblicare i suoi racconti ed illustrazioni, e lentamente ne conquisterà anche il cuore, ma proprio quando il futuro sembrerà darle un’alternativa, il destino riporterà tutti con i piedi per terra e ricorderà a miss Potter la differenza tra il desiderare fortemente una cosa e l’ottenerla.
Il mondo delle fiabe inserito in un contesto di realtà, sembra essere un ambito cinematografico in cui il regista Chris Noonan sa muoversi con una certa libertà ed eleganza, come già accaduto con la fiaba Babe maialino coraggioso, anche in questo caso un angolo di fantastico e fiabesco ogni tanto fa capolino nel mondo reale di Miss Potter, e anche in questo caso i risultati sono gradevoli e per nulla stridenti.
Bisogna ammettere che Renee Zellwegere è un attrice che a volte abusa di alcuni vezzi espressivi, il problema non è nell’indubbio talento ampiamente dimostrato, ne abbiamo apprezzato la versione comedy de Il diario di Bridget Jones, piuttosto che quella musical di Chicago o drama di Cinderella man, il fatto è che il suo approccio alla recitazione viaggia sempre sul filo dell’eccesso, e non essendo lei un Jim Carrey in gonnella, si capisce che l’esagerare in mossettine, tic e gran sorrisi non risulta sempre consono al contesto.
Detto ciò, ancha stavolta, grazie ad uno script leggero, ma non lezioso ed un regista capace, il pericolo è scampato perchè la sua Beatrix Potter è efficace e convincente, nonchè dotata di un carisma ed un energia che si percepiscono al di là del personaggio scritto, quindi nonostante alcuni dubbi permangano, non possiamo che apprezzarne ancora una volta la performance.
Miss Potter è una biopic che esplora il lato più fiabesco del genere, non disdegnando però un’efficace e realistica messinscena che resta piacevolmente sospesa tra sogno e realtà, mai sconfinando senza il giusto contrappunto, in una dimensione fantastica che potrebbe minarne l’efficace equilibrio raggiunto, insomma un’operazione riucita, gradevole e mai sopra le righe.