In attesa che arrivi nelle nostre sale, diamo una sbirciata a Milk, ultima opera di Gus Van Sant, regista geniale, autore di un cinema visivamente sovversivo e all’avanguardia che ad ogni film stupisce per la capacità di rinnovarsi, pur sfornando prodotti appetibili per un target di pubblico molto variegato.
Milk è la storia del primo politico ad aver fatto outing, cioè aver dichiarato apertamente la propria omosessualità, ma come ci raccontano anche recenti fatti di cronaca, questa scelta può rivelarsi un’arma a doppio taglio, e come nel caso di personaggi pubblici, far scattare meccanismi violenti ed estremismi, Harvey Milk viene ucciso il 27 Novembre 1978, insieme al sindaco di San Francisco, dopo essere stato eletto consigliere comunale ed aver fatto approvare una proposta di legge sui diritti dei gay.
Questo è un progetto a cui Gus Van Sant lavorava da tempo, risolto il problema produttivo, il regista ha riunito un cast di grandi attori e giovani star in ascesa, affida il ruolo principale a Sean Penn, già eccentrico personaggio politico dal tragico destino ne In tutti gli uomini del re, che qui torna a mostrare il suo istrionismo d’attore consumato e a dimostrarci la sua ecletticità di attore/regista.
Affiancano Penn, James Franco (spiderman), nel ruolo del compagno di Milk e Josh Brolin, il cattivissimo e corrotto poliziotto di American gangster qui nel ruolo di Dan White, l’avversario politico di Milk, che licenziatosi e ormai in preda alla follia, sfogherà la sua collera uccidendo il neo-eletto consigliere.
Sicuramente Gus Van Sant non deluderà le nostre aspettative, non è la prima volta che si cimenta con le biografie, in gergo Biopic, sua anche quella estrema e provocatoria, Last days, cronaca sui generis degli ultimi giorni della star suicida Kurt Cobain, leader della band Nirvana.