Matrix Resurrection, conclude la saga della triade filmica che ha affascinato due generazioni di spettatori. La regia, affidata a Lana Wachowsky, senza la sorella Lily, con la quale aveva creato una sorta di “Alice nel Paese delle Meraviglie”, una dimensione altra, simile a quella del sogno, una realtà parallela, nella quale i protagonisti cadono più volte, per poi tornare alla realtà e ricaderci nuovamente. Il nuovo film, attinge pienamente dagli altri tre, Matrix, Matrix Reloaded e Matrix Revolution, citandoli continuamente. Infatti quest’ultimo può essere definito come un film citazione.
In Matrix Resurrection, torna il personaggio chiave di Thomas Anderson, interpretato da Keanu Reeves, il più grade “game designer” di tutto il mondo, che ha inventato un gioco virtuale che prende il nome di Matrix, conosciuti e amato in tutto il mondo. Thomas ha un socio, che a differenza sua, è un uomo attento ed oculato, con uno spiccato fiuto per gli affari e una grande accortenza in generale per il lavoro. In pratica, Smith, è l’esatto opposto di Thomas Anderson, che è ricco, sfondato, famoso e irrequieto.
Anderson, è un uomo con disturbi della personalità, infatti è seguito da un’analista. Incontra spesso una donna, Tiffany, madre di tre figli, che è un’appassionata di moto. I due si trovano spesso a confrontare le loro vite e ancora più spesso, a interrogarsi sulla realtà e sulla possibilità che quest’ultima si confonda spesso con l’immaginazione, la fantasia ed il virtuale.
Per scoprire qual è la linea sottile che divide il reale dal virtuale, Anderson, dovrà scegliere se assumere una compressa rossa o blu. Dalla sua scelta dipende tutta l’umanità e Matrix diventa sempre più fuorviante, perciò sarà estremamente difficile prendere una decisione. In questo percorso viene aiutato, anche se la scelta sarà sempre sua. E’ questa la chiave del film, che è la stessa chiave di lettura utilizzata nei tre capitoli precedenti: il fenomeno della transizione, che avveniva da un corpo all’altro, di coloro che si sentivano fortemente intrappolati nel corpo di qualcun altro.
In Matrix Resurrection, è ancora forte questo binarismo, presente nello stesso Thomas/Neo, ma anche nella dualità tra il maschile rappresentato da Thomas e il femminile, rappresentato da Tiffany. Questa dualità, sarà forte e preponderante fino alla fine, una lotta con se stessi e con il resto del mondo, che però si concluderà con un salvataggio. E’ dunque questo un film che completa le pellicole precedenti, completando in un certo qual modo i personaggi, che raggiungono un senso di pace e una maturità maggiore rispetto alle pellicole precedenti.