“Manglehorn” è uno dei film con i quali Al Pacino si è presentato alla 71esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, opera in Concorso di David Gordon Green che ha avuto una tiepida accoglienza.
La storia è quella di Angelo Manglehorn un fabbro che vive in una piccola città di provincia. La sua è una vita ordinaria ma nello stesso tempo tormentata: Manglehorn è un ex pregiudicato che quarant’anni prima ha rinunciato alla donna dei suoi sogni per un colpo e che ancora oggi non si perdona per la scelta che ha fatto.
Una giovane donna lo aiuterà a riprendersi, tuttavia il suo passato continua a perseguitarlo e minaccia di venire a galla.
Ecco il commento del regista:
Manglehorn parla di un uomo che ha rinunciato all’amore della sua vita e, ora che il mondo che lo circonda sembra sbriciolarsi davanti ai suoi occhi, lo rimpiange. È una storia d’amore. Parla delle scelte che si fanno da giovani e di come queste riflettano le situazioni che si creano in seguito nella vita. Parla di un uomo che non vuole ritrovarsi da solo a cenare con il gatto. Per me c’è un che di comico in questo. Ma al di là di ogni concetto narrativo, Manglehorn è Al Pacino e il suo modo di esplorare un personaggio che sta cercando di rimettere insieme i pezzi della sua vita nel senso più intimo dell’espressione.