Mitchell (Colin Farrell) è appena uscito di prigione e vorrebbe mettere più distanza possibile tra lui è le losche frequentazioni che l’hanno portato a finire in carcere per una rissa sfuggita di mano, ma ad attenderlo fuori c’è Billy (Ben Chaplin), criminale di mezza tacca cocainomane al soldo di Bob Gant (Ray Winstone) un usuraio locale, che offre all’amico un appartamento ed un lavoro, guardargli le spalle mentre lui ritira le quote dai debitori del suo boss.
Mitchell all’inizio accetta con la certezza che un suo tropo repentino rifiuto avrebbe innescato qualche sgradita reazione, ma quando viene pestato e coinvolto suo malgrado nel brutale assassinio di un uomo, si scontra con l’amico Billy ed ha un alterco con Gant rischiando di finire cadavere, se non fosse che il boss ha un debole per il ragazzo e lo vuole ad ogni costo nella sua banda.
Nel frattempo Mitchell si è trovato un lavoro vero come factotum presso la residenza di Charlotte (Keira Knightley), un’attrice ritiratasi dalle scene dopo aver subito violenza ed aver sviluppato diversi disturbi legati all’ansia come attacchi di panico e agorafobia che hanno segnato la fine della sua carriera, sintomi accentuati da una vita da reclusa e invandenti paparazzi che le assediano l’abitazione.
Purtroppo Mitchell, che nel frattempo ha instaurato una relazione con Charlotte e si trova a dover tenere a bada la sorella Briony (Anna Friel) psicolabile e tossicodipendente, più cerca di allontanarsi dal suo quartiere e dalle sue amicizie più ne viene tirato dentro fino a trovarsi sotto minaccia, costretto così suo malgrado a ricorrere alla violenza e all’omicidio per liberarsi del suo scomodo passato che non intende permettergli di vivere quellla vita diversa, immaginata e pianificata durante gli interminabili mesi trascorsi tra le mura di una squallida cella.
Notevole debutto alla regia per l’americano William Monahan, premio Oscar per la sceneggiatura del remake The Departed di Scorsese, che per la sua opera prima sceglie una location londinese e un racconto dell’irlandese specializzato in noir a sfondo criminale Ken Bruen.
Monahan può contare sulla bravura di un Colin Farrell particolarmente ispirato e un cast di comprimari di gran lusso come la fascinosa Keira Knightley, il David Thewlis professore e licantropo nella saga di Harry Potter e il veterano Ray Winstone che torna al ruolo di gangster dopo il notevole Sexy beast del 2000.
Monahan confeziona un crime piuttosto elegante, forse un tantino formale, ma ben recitato e senza sbavature. Una regia solida, violenza ben calibrata e un minimo sindacale di spessore melodrammatico senza derive nell’efferato, fanno di London Boulevard un godibile film di genere che anche senza particolari guizzi si lascia piacevolmente guardare ricalcando alcune efficaci dinamiche del criminale stanco e redento già esplorate da De Palma nel suo memorabile gangster-movie Carlito’s Way.
Note di produzione: l’opera prima di Monahan vede tra i produttori il veterano Graham King che oltre a produrre The Departed e il prossimo Hugo Cabret per Scorsese figura come co-produttore anche per The Tourist, The Town e il cartoon-western Rango.