Oggi per i cortometraggi ci occupiamo di un horror diretto dall’esordiente Claudio Tacchi, che con il suo L’estate fredda omaggia il maestro George A. Romero, raccontandoci la fuga di un uomo attraverso un desolata campagna, presto la benzina scarseggerà e l’unica possibiltà di sopravvivere alla morte che lo circonda e che avanza inesorabile, sarà trovare del carburante.
Corto davvero godibile quello di Tacchi, in cui si scorge una tangibile passione per il genere testimoniata da inquadrature, score, make-up mortifero e tutto l’immaginario e le suggestioni tipiche dell’apocalisse romeriana da grande schermo.
Molto curati montaggio e fotografia, efficace il protagonista Francesco Lemma, make-up d’alto profilo a cura dell’esperto Carlo Diamantini. Tutto funziona egregiamente, la location desolante è funzionale, la fuga in solitaria del protagonista tiene bene per tutta la prima parte, poi inevitabilmente si comincia a sentire la mancanza d’interazione con il mondo esterno, che se all’inizio aiuta a creare un’intrigante atmosfera straniante, alla lunga tende ad isolare troppo il protagonista, che passa da un incontro all’altro perdendo di volta in volta in tensione ed efficacia.
Le dinamiche di gruppo e l’assedio, elementi tipici del genere, qui mancano del tutto sicuramente a causa del budget praticamente inesistente, ma che la lunghezza del corto avrebbe senza dubbio richiesto e la cui mancanza si fa sentire molto nel finale, in cui la tensione creata ad arte nei primi minuti scema pesantemente, minando in parte un epilogo di notevole impatto visivo. Un peccato perchè l’aggiunta di almeno un altro elemento capace di relazionarsi con il protagonista avrebbe giovato molto alla messinscena.
Detto ciò L’estate fredda è sicuramente uno dei migliori lavori recensiti sinora, Tacchi sfodera un impatto visivo notevole dimostrando un occhio davvero allenato per il genere.