Un nome, una garanzia. Toni Servillo. Sinonimo di amore per la verità (cosa rara, soprattutto quando il tuo mestiere è sovente quello di impersonare la finzione), di qualità, di passione.
Dopo aver vinto l’Oscar per “La Grande Bellezza“, l’attore si ripresenta sul grande schermo in una pellicola diretta da Roberto Andò, con il quale aveva già lavorato in “Viva la Libertà”, uscito tre anni fa proprio come il film di Sorrentino. Nel thriller “Le Confessioni”, Servillo veste i panni ‘poveri’ di un monaco che fa tremare i protagonisti della politica mondiale impegnati in una riunione del G8, incluso un ministro italiano interpretato da Pierafrancesco Favino.
Le Confessioni, la trama
In un albergo di lusso, in Germania, sta per riunirsi un G8 dei ministri dell’economia, pronto ad adottare una manovra segreta che avrà conseguenze molto pesanti per alcuni Paesi. Con gli uomini di governo, ci sono anche il direttore del Fondo Monetario Internazionale, Daniel Roché (Daniel Auteuil), e tre ospiti: una celebre scrittrice di libri per bambini, una rock star e un monaco italiano, Roberto Salus (Toni Servillo). Accade però un fatto tragico e inatteso e la riunione deve essere sospesa. In un clima di dubbio e di paura, i ministri e il monaco ingaggiano una sfida sempre più serrata intorno al segreto. I ministri sospettano infatti che Salus, attraverso la confessione di uno di loro, sia riuscito a sapere della terribile manovra che stanno per varare e lo sollecitano in tutti i modi a dire quello che sa. Ma le cose non vanno così lisce: mentre il monaco – un uomo paradossale e spiazzante, per molti aspetti inafferrabile – si fa custode inamovibile del segreto della confessione, gli uomini di potere, assaliti da rimorsi e incertezze, iniziano così a vacillare.