Le belve, recensione in anteprima

Ben (Aaron Johnson) e Chon (Taylor Kitsch) sono due migliori amici californiani che hanno deciso di mettersi in affari, il loro prodotto, la migliore marijuana sul mercato, ha una richiesta in crescita esponenziale e oltretutto la sintonia che lega i due imprenditori permette loro di non essere avidi e di suddividersi i compiti: Chon che è un ex-marine è il braccio armato della società e si occupa dell’approccio più fisico al business, Ben è il cervello, laureato ed esperto in botanica ha creato le piantagioni che li hanno resi leggendari e maledettamente ricchi.

Ben e Chon hanno anche qualcos’altro in comune oltre al business e ad una solida amicizia, i due hanno una passione sfrenata per la medesima ragazza, la sensuale Ophelia (Blake Lively) che i due condividono senza problemi con il pieno consenso di lei, che ricca e trascurata da una famiglia assente, si rifugia nell’amore per i due ragazzi e si nutre emotivamente della loro indissolubile amicizia.

Purtroppo la leggendaria marijuana e i lucrosi traffici di Ben e Chon attireranno inevitabilmente l’attenzione di un cartello della droga messicano capeggiato dalla sensuale Elena (Salma Hayek), che prima chiederà ai due di entrare in affari con lei e dopo il loro rifiuto invierà il suo scagnozzo più spietato, l’ambiguo Lado (Benicio Del Toro), a rapire Ophelia che diventerà cosi merce di scambio per un’offerta che Ben e Chon non potranno rifiutare.

Il regista Oliver Stone torna al thriller a quindici anni da U Turn – Inversione di marcia e stavolta decide di adattare il romanzo best-seller Savages di Don Wislow. Il film ha un incipit che viaggia pericolosamente sul promozionale e mostra soldi facili, bella vita e droga in quantità con echi da fittizia biopic che ci riportano alla mente il Blow con Johnny Depp.

Poi il film prende corpo, la bella vita diventa un incubo, il buddista che aiuta i bimbi africani con i proventi della droga scopre sulla sua pelle che il traffico di stupefacenti non è un business come gli altri, la violenza fa capolino senza però prendere mai il sopravvento sulla trama godibilmente articolata e il cast di altissimo profilo caratterizza con efficacia ogni singolo personaggio, su cui spiccano un truce Del Toro e una cattivissima Salma Hayek, la sua è la performance più divertente del film.

Stone sfrutta a dovere tutta la solidità data dall’origine letteraria del materiale di base, il resto è una regia scafata che sfrutta escamotage visivi per spezzare qualche caduta di ritmo e ripropone uno stile inconfondibile e di livello, che nobilita qualche inevitabile eccesso da repertorio crime.

Le belve si dimostra un ottimo crime-thriller ben girato e ben interpretato che viaggia sul filo dell’ambiguità, giocando con personaggi intriganti, situazioni che non scivolano mai nel surreale e alcune sequenze che evocano reminiscenze scorsesiane e qualche sprazzo del miglior Mann, vedi il finale e l’assalto/rapina in stile militare al covo dei narcotrafficanti.

In sala a partire dal 25 ottobre 2012

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Note di produzione: nel cast figurano anche John Travolta, Demian Bichir, Emile Hirsch e Sean Stone (Eric) quest’ultimo figlio del regista Oliver Stone; in lizza per il ruolo di Ophelia ci sono state Jennifer Lawrence, Olivia Wilde, Teresa Palmer ed Abbie Cornish; il film ha fruito di un budget di 45 milioni di dollari.

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