La famiglia è uno dei temi che il cinema affronta, come nella nuova uscita L’amour flou, un film però diverso, per descrivere una separazione con meno traumi possibili. Le separazioni sono infatti uno dei percorsi più affrontati dal cinema quando si parla di famiglia, e spesso sono quelle più traumatiche ad essere descritte.
L’amour flou racconta la separazione dopo dieci anni di vita insieme e due figli. Affronta il tema di una separazione consensuale e degli sforzi fatti dai genitori per non far soffrire i figli. Un tema poco affrontato, rispetto alla drammaticità delle separazioni non consensuali, che certamente fanno più biglietti al botteghino.
Nasce così la storia di L’amour flou, dove invece di separare le due vite, se ne costruiscono due nella stessa casa, con due bagni, due cucine, due camere da letto. Due di tutto, per i genitori, mentre nel mezzo un’unica stanza per i figli.
L’amour flou: la storia
L’amour flou arriverà al cinema a fine agosto, ma ha già debuttato, con tanto di premi, in qualche festival. Un film francese, che vuole raccontare la storia vera di Philippe Rebbot e Romane Bohringer, due coniugi separati, ma anche attori, che hanno provato nella realtà quello che poi hanno portato nelle sale.
L’hanno raccontata in chiave ironica e comica, anche perché ammettono di aver provato comunque delle difficoltà nel raccontare la propria vita privata. Ma sono riusciti però a trasformare il tutto in una commedia sentimentale, per “digerire” il tutto, come ammette Romane.
Il film è stato girato in soli 26 giorni, anche se ci sono voluti poi sei mesi per modificare l’appartamento reale degli ex coniugi, che hanno scritto la sceneggiatura durante il percorso, tornando “quasi insieme”. Un sorta di “periodo dopo” la separazione in cui non ci si lascia. Separati ma in comune sul lavoro, e in famiglia. Una scelta incredibile, se si pensa che la prima reazione delle separazioni è quella di allontanarsi.
E i figli sono quelli veri, con cui, dicono, hanno usato la massima delicatezza possibile, cercando di non coinvolgerli troppo nelle riprese. Un film tutto in famiglia, si potrebbe dire, con i bambini che però sono riusciti addirittura ad inventarsi un pezzo del film, in allegria.
C’è spazio anche per la politica, nella scena in cui Philippe dialoga con Clementine Autain, giornalista e politica, sensibile al problema della casa per le coppie.