Thee (Saharath Sangkapreecha) è un impiegato e padre di famiglia quarantenne che decide di acquistare una casa e mettersi sulle spalle il notevole impegno di un mutuo, le cui rate peseranno sull’esiguo budget famigliare per parecchio tempo. L’uomo vuole dimostrare alla danarosa suocera, che lo ha sempre considerato un perdente e non all’altezza della figlia Parn (Piyathida Woramusik), che può prendersi cura della sua famiglia. Thee con la sua decisione e il repentino trasloco andrà incontro alle ire della figlia adolescente Nan (Suthatta Udomsilp) che non prenderà affatto bene il trasferimento che la porterà lontano dalla sua scuola e dai suoi amici. Il quartiere lontano da Bangkok in cui la famiglia di Thee si trasferirà a prima vista sembra un vero paradiso per famiglie, ma la morte violenta di una domestica darà il via ad una serie di inquietanti eventi che porteranno la gente a credere che il quartiere sia infestato, storie che prenderanno corpo quando un vicino di casa di Thee ucciderà tutta la sua famiglia e le presenze sovrannaturali nel quartiere si intensificheranno annunciando una funesta tragedia.
Torna il regista tailandese Sopon Sudkapisit che dopo Coming Soon ritorna sul tema fantasmi inquieti stavolta con l’aggiunta del filone case infestate, anzi a dire il vero di un intero quartiere visto che il Laddaland del titolo si trasforma in men che non si dica da paradiso in inferno.
Con il suo Laddaland Sudkapisit alza notevolmente il livello ansiogeno, ammicca al J-horror più classico, vedi Ju-on e The Ring e sfrutta a dovere tutto il classico repertorio da spavento che gli permette di giocare con lo spettatore e mettere in scena un horror sovrannaturale di ottima fattura. Noi non siamo stati tra gli estimatori del suo precedente Coming Soon, un esordio troppo ammiccante e furbo, ma stavolta il connubio orrorifico, che miscela dramma famigliare ed inquietanti dimensioni sovrannaturali che sconfinano nel quotidiano, viene sfruttato con notevole dovizia, rendendo il film di Sudkapisit adatto ad una platea internazionale senza il bisogno, come accaduto nel suo debutto, di snaturarne intriganti peculiarità tipiche del cinema e del folklore tailandese.
Note di produzione: il film è ambientato nella città di Chiang Mai sita nella Thailandia del nord. Il regista Sopon Sudkapisit prima di debuttare alla regia ha sceneggiato i thriller-horror Alone e Shutter, con quest’ultimo che nel 2004 ha fruito di un remake americano, Shutter-Ombre dal passato.