La voce narrante di una donna ci racconta di una bambina (Bertille Noël-Brunea) che in un giorno d’autunno al ritorno da scuola, camminando ai margini di una foresta tra le montagne, incontra una volpe intenta a dar la caccia ad una imprendibile talpa, guardandola ne rimane affascinata a tal punto da volerla avvicinare, ma l’animale spaventato si darà alla fuga.
Arriva l’inverno e la ragazzina determinata a trovare la volpe si avventura in mezzo alla neve scoprendone le tracce, ma accorgendosi anche di un sin troppo vicino branco di lupi, spaventata la la bambina corre trafelata verso casa finendo per ferirsi ad una gamba. Così costretta per il resto della stagione a rimanere in casa si consola con un libro sulle volpi regalatogli dai genitori su cui fantasticare.
Nel frattempo la volpe affronta il periglioso inverno scampando ad un affamato predatore, incontrando altre volpi e salvandosi fortunosamente dalle grinfie di un cacciatore, un inverno decisamente impegnativo per la nostra amica, ma la primavera finalmente fa capolino e il disgelo è pronto a traformare il paesaggio innevato in una moltitudine di colori e profumi.
La bambina finalmente guarita con la nuova stagione ricomincia la sua ricerca grazie ai consigli del padre che le ha indicato alcune tane di volpi sparse per la foresta, ed è proprio in una di queste che scoprirà non solo che la sua amata volpe è una femmina, ma che durante il travagliato inverno ha anche partorito dei cuccioli.
L’ex-biologo e documentarista francese Luc Jacquet, dopo il successo con annesso Oscar al miglior documentario de La marcia dei pinguini, prova a fare un ulteriore passo verso il linguaggio cinematografico, abbandonando di contro e non senza difficoltà i territori del documentario tout-court a lui decisamente più congeniali, imbastendo un ibrido visivamente molto affascinante dai connotati pedagogici della fiaba eco-animalista, ma perdendo al contempo molta dell’incisività messa in campo con il suo precedente lavoro, senza dubbio meno dispersivo e decisamente più coinvolgente.
La volpe e la bambina sfoggia una fotografia superba, location suggestive e alcune sequenze in cui musica e montaggio hanno uno stampo squisitamente cinematografico pur non rinunciando ad elementi tipici del documentario, vedi voce narrante e narrazione lineare, il tutto non perfettamente amalgamato e con qualche incertezza, ma comunque ricco di appeal quel tanto che basta da rendere godibile la visione a grandi e piccini, bisogna solo vedere se questa ulteriore evoluzione del regista resti un esperimento o rappresenti magari un preambolo ad un ulteriore svolta, magari con la’pproccio ad un vero e proprio film.
Note di produzione: il film è stato girato tra Francia ed Abruzzo, durante le riprese la volpe protagonista è stata interpretata da sei diversi animali, la giovane protagonista e la pellicola hanno ricevuto due candidature agli Young Artist Awards. Nella versione inglese la voce narrante è di Kate Winslet, in quella italiana di Ambra Angiolini.