In America è già culto. In italia arriverà il primo di agosto nelle sale cinematografiche. Da vedere, garantiscono i produttori di “Paranormal activity”.
Trentasei milioni di dollari nel primo week-end di programmazione nei cinema statunitensi. Questo il biglietto da visita de “La notte del giudizio”, scritto e diretto da James DeMonaco e intrerpretato da Ethan Hawke e Lena Headey.
Immaginiamo di poter commettere per una notte all’anno ogni tipo di crimine possibile e immaginabile senza commettere conseguenze. Cosa faremmo? Questa è la domanda intorno alla quale ruota l’intera pellicola, di genere thriller, improntata sulle vicende di una famiglia e concentrata sull’andamento di una singola notte. Una notte molto, molto diversa dalle altre.
Di contro, per un nugolo di criminali ‘giustificati’ c’è un nucleo di quattro persone intente a proteggersi l’un l’altro per schivare un’eccessiva violenza gratuita.
In qualche modo, forse, “La notte del giudizio” vuole essere lo specchio dei tempi che corrono. L’America viene descritta come un luogo distrutto dalla criminalità. Le carceri straboccano di malviventi. Il governo, per sopperire a questo fenomeno così negativo, organizza una sorta di ‘night party’ in cui per dodici ore ognuno può commettere qualunque tipo di crimine senza incorrere in conseguenze legali, omicidio incluso.
Sarebbe inutile, per quella notte, chiamare la polizia.
Tutto è legale e niente è punibile, per ben dodici ore.
E gli ospedali? Sono chiusi. “La notte del giudizio” vede i cittadini scendere in strada per un ‘tutti contro tutti’ in cui ognuno deve salvarsi la pelle, difendersi e/o attaccare. Solo una famiglia non partecipa a questa strana ‘festa’.