Un confronto tra padre e figlio è alla base de La collina, cortometraggio diretto dall’esordiente Angelo Stramaglia e scritto a quattro mani con Nicoletta Sarzanin. Dopo un incipit asciutto e squisitamente cinematografico il regista orchestra un confronto attoriale non sempre efficace e che soffre di qualche ingenuità.
Se Stramaglia al suo primo corto sfodera una tecnica notevole, i movimenti di macchina, il montaggio, tutto funziona più che bene e dimostra una certa padronanza del mezzo tecnico, scrittura e recitazione non vanno di pari passo minando solo in parte un buon lavoro.
Le lacune sono in parte dovute ad una fastidiosa ridondanza dell’espressione boss nei dialoghi recitati dal giovane e volenteroso co-protagonista, peraltro perennemente sopra le righe in confronto al più misurato partner, scelta figlia sicuramente di un bisogno di esplicare nel poco tempo a disposizione il doppio ruolo di padre/padrino di uno dei protagonisti, ma la soluzione a lungo andare si rivela oltremodo fastidiosa.
La collina resta comunque un buon cortometraggio che sicuramente poteva aspirare a qualcosa di più se non fosse incappato in qualche ingenuità di troppo, piccoli incidenti di percorso che in un cortometraggio risultano inevitabilmente amplificati, ma questo non toglie valore ad un’ottima opera prima ricca di potenzialità.