La Bella e La Bestia è la storia senza tempo di un principe viziato ed egoista, trasformato in orrida bestia da una fata che lo punisce per avergli rifiutato ospitalità per la notte. Per rompere l’incantesimo e riacquistare il suo vero aspetto, la Bestia dovrà imparare ad amare ed a farsi amare, nonostante il suo aspetto mostruoso. Una trama che ha sempre eccitato la fantasia di artisti di ogni genere.
Il musical, rappresentato per la prima volta in Texas nel 1993 e approdato l’anno scorso al teatro Brancaccio di Roma, è la versione da palcoscenico dell’indimenticabile film d’animazione della Disney. Dopo una breve introduzione in video identica a quella del classico originale, ecco che si apre il sipario ed immediatamente si entra nel pieno dell’atmosfera con la canzone bonjour che ci descrive come si svolge la vita nel paesino dove vive la nostra protagonista. Già da questa prima perfomance si evince la qualità della produzione, nonché la bravura del cast. Una scenografia ed una armonia che non hanno nulla da invidiare al classico d’animazione.
Un orgia di colori, effetti speciali, costumi, balletti, un incastro perfetto di sorprese ed emozioni che lasciano veramente a bocca aperta e rendono scorrevoli e piacevoli le quasi tre ore di rappresentazione.
Coinvolgente ed emozionante Belle, interpretata da Arianna, presenza già da tempo nota in casa Disney, che anche in questa occasione è stata pienamente all’altezza, sia sotto il punto di vista canoro, già una garanzia per questo, che, sorprendentemente per la perfomance recitativa, assolutamente impeccabile. Certamente in questo aiutata da altri artisti indubbiamente di ottimo livello come Gaston, interpretato da Andrea Croci, coinvolgente, divertente, simpatico, in grado di trasmettere, senza appesantire, l’essenza presuntuosa ed egocentrica del personaggio, capace di sostenere perfettamente la scena anche da solo. Lo stesso, purtroppo, non si può dire della Bestia, che non mi è parso essere l’interprete originale Antonello Angiolillo, ma probabilmente il sostituto Roberto Rossetti, che nonostante l’importante ruolo attributogli non ha saputo sostenerlo con il giusto pathos, sicuramente preparato a livello canoro tecnicamente parlando, ma nonostante ciò inadatto ad interpretare un personaggio così ricco di sfaccettature. Ma almeno potrà consolarsi sapendo di non essere l’unico neo del cast, poco incisivo anche Maurice, papà di Belle, interpretato da Francesco Maria Cordella, tanto impeccabile nella parte canora, quanto inespressivo nella parte recitata.
Un encomio particolare va a colui che ogni sera porta a casa l’applauso più scrosciante, Lumier, interpretato da Emiliano Geppetti, impossibile non notare l’assoluto feeling con il personaggio. Ma da grande appassionata, Emiliano, ti prego, Lumier non direbbe mai incantèsimo, direbbe incantesìmo. Ovviamente la comicità di Lumier è sapientemente alimentata e spalleggiata dal personaggio di Tockins, inspiegabilmente nel musical rinominato Din Don, interpretato da Simone Leonardi. Tra i personaggi femminili coprotagonisti, impossibile non elogiare Madame de la Grande Bouche, Babete e mrs Bric, assolutamente perfette sia nella recitazione che nel canto.
Spettacolo davvero notevole, merito di una favola intramontabile, ma anche delle incredibili scenografie sempre in continuo movimento e trasformazione, capaci di regalare l’illusione del movimento di camera, dei 200 sontuosissimi costumi curati in ogni minimo particolare, degli eccezionali effetti speciali, delle musiche di Alan Menken premiate con un Oscar ed eseguite da un’orchestra dal vivo e naturalmente dei 33 bravissimi artisti.