Johnny English (Rowan Atkinson) si è ritirato a vita privata dopo gli esiti disastrosi di una missione africana di cui sta ancora pagando psicologicamente le conseguenze. Come viatico all’atterrimento l’ex-agente segreto si è trasferito in un isolato monastero tibetano dove, insieme ad alcuni monaci sta ritrovando se stesso attraverso l’apprendimento delle arti marziali nella loro forma più alta e spirituale. Ben presto però l’MI-7 richiamerà English in servizio per una nuova missione: fermare un gruppo di killer internazionali prima che attuino un complotto che prevede l’eliminazione del premier cinese allo scopo di scatenare il caos globale. Ora che il mondo e il suo paese hanno ancora una volta bisogno di lui, Johnny English tornerà in pista più determinato che mai a riscattarsi e riuscirà, ancora una volta a collezionare un disastro dietro l’altro.
A ben otto anni dal Johnny English del regista britannico Peter Howitt, senza dubbio una delle migliori parodie di James Bond sulla piazza, arriva questo sequel che vede Howitt passare il testimone al collega e connazionale Oliver Parker che ha all’attivo il dittico St. Trinian’s e il Dorian Gray con Colin Firth. Lo scenario di questo sequel si amplia con diversi riferimenti ai Bond più recenti e Atkinson si dimostra davvero in gran forma mettendo a segno una serie di gag davvero spassose, vedi la sequenza iniziale che rimanda all’incipt del sequel Ace Ventura 2: Missione Africa.
Ben vengano pause così lunghe tra un film e l’altro se servono, come in questo caso a confezionare un sequel all’altezza del primo capitolo, il plot fa quello che ha fatto il tanto criticato e sottovalutato Cars 2 della Pixar, filtra il mondo dello spionaggio in celluloide attraverso i ritmi della commedia, lasciando che il serio si fonda con il faceto, senza che quest’ultimo prenda mai completamente il sopravvento, puntando molto sull’elemento action, c’è addirittura una sequenza d’inseguimento che ammicca al modaiolo Parkour, al riparo da volgarità gratuite e per una volta evitando il demenziale tout-court che tanto piace ai fan delle truci parodie d’oltreoceano, vedi Horror Movie, Disaster Movie e via discorrendo.
Johnny English-La rinascita assicura un bel po’ di divertimento e farà la gioia di chi ama le spy-story servite in ogni salsa, insomma un sequel che fa il suo dovere e in questi tempi di magra in cui reboot, remake e seguiti ad oltranza la fanno da padrone, non ci sembra un elemento da sottovalutare.
Nelle sale a partire dal 28 ottobre 2011
Note di produzione: nel cast figurano anche Rosamund Pike e la Gillian Anderson di X-Files. Il precedente film del 2003 a fronte di un budget di 40 milioni di dollari investiti ne ha incassati worldwide oltre 160.