Larry Valentine (Kevin james) è un padre single con una figlia maschiaccio e un figlio un pò troppo effeminato, che si ritrova dopo la morte della moglie con un problema di burocrazia che riguarda la sua pensione, non avendo evaso a tempo debito alcuni documenti dopo la dipartita della moglie, la sua pensione non potrà passare ai figli in caso lui perdesse la vita sul lavoro, Larry è un vigile del fuoco.
E allora comincia a pensare ad un matrimonio che possa riparare al danno, ma è molto difficile trovare in così poco tempo una compagna di cui fidarsi e a cui affidare i suoi adorati figli, poi di colpo l’idea malsana.
Larry scopre che anche se sposasse un uomo, in un legale matrimonio gay, potrebbe affidare il futuro dei suoi due figli al suo collega e migliore amico, il playboy Chuck Levine (Adam Sandler), ma il problema è convincere un donnaiolo impenitente a spacciarsi per gay di fronte ad amici, parenti e colleghi di lavoro.
Naturalmente alla fine Chuck capitola, sposa Larry, e i due vanno a convivere con tutti gli esilaranti effetti collaterali del caso, nel frattempo però uno zelante impiegato ha deciso di smascherarli e i due si affideranno alla sensuale avvocatessa Alex McDonough (Jessica Biel) di cui Chuck si infatuerà creando non pochi problemi alla sua copertura.
Io vi dichiaro marito e…marito resta fondamentalmente un’occasione persa, uno script spassoso, due protagonisti ben affiatati, una situazione perfetta per inscenare gag ed equivoci a ripetizione, purtroppo, forse per rimanere nel polically correct, il regista Dennis Dugan (Big daddy-un papà speciale) non osa più di tanto sfornando una commedia simpatica, divertente, ma senza la forza necessaria per sollevarsi dalla media di prodotti similari made in Hollywood.
Comunque sia il film ha molte frecce al proprio arco e più di qualche gag memorabile, insomma Sandler è sempre svanito ed eccessivo quanto basta e Kevin James, che abbiamo finalmente scoperto esilarante protagonista nel recente Il superpoliziotto del supermercato, si difende bene e non si fa rubare troppo spesso la scena dal turbolento collega.