Il trionfo di Adrien Brody agli Oscar 2025: i punti di forza di The Brutalist

Era il favorito per aggiudicarsi la statuetta degli Oscar come miglior attore protagonista e così è stato, Adrien Brody ha avuto la meglio sulla concorrenza grazie alla sua magistrale interpretazione in The Brutalist. Prima di salire sul palco, Brody ha dichiarato come sia stato la storia della madre ad ispirarlo per questo film in cui si parla di un visionario architetto ungherese ebreo che insegue il cosiddetto “sogno americano” dopo essersi ritrovato nei campi di sterminio.

Adrien Brody
Adrien Brody

Le ragioni del successo di Adrien Brody

Si tratta del secondo Oscar come miglior attore della sua carriera, infatti la prima statuetta l’ha vinta nel 2003 grazie alla pellicola Il pianista di Roman Polanski. Ora con The Brutalist di Brady Corbet, Adrien Brody ha indossato i panni di László Tóth che, dopo essere sopravvissuto ai campi di sterminio, si dirige negli Stati Uniti per inseguire il suo sogno.

Nonostante fosse da tempo il favorito su tutti, Adrien Brody non ha di certo nascosto il suo grande entusiasmo per questo premio, dando vita ad un vero e proprio show sul palco degli Oscar 2025. Commosso e pieno di energia, prima del discorso Adrien Brody si trova a sputare il chewing gum che aveva in bocca, tra l’altro preso al volo dalla moglie. Una scena che non si era mai vista prima durante una premiazione e che ha fatto saltare la consueta “etichetta”.

Non solo però, perché Adrien Brody si è poi lasciato andare ad un bacio molto appassionato, seppur a stampo, sulla bocca di Halle Berry. Un vulcano di emozioni per l’attore di Hollywood che, a 51 anni, ha avuto modo di potersi aggiudicare già la seconda statuetta agli Oscar come miglior attore protagonista in una pellicola. Brody ha fatto suo questo personaggio di The Brutalist ispirandosi alla storia della madre che, nata a Budapest, ha poi emigrato negli Stati Uniti.

Adrien Brody è cresciuto nel quartiere Queens dove, sin da giovanissimo, ha frequentato la scuola d’Arte drammatica, su grande incoraggiamento da parte della madre Sylvia Plachy, giornalista e fotografa ungherese figlia di un nobile ungherese di religione cattolica e di un’ebrea ceca, e dal padre Elliot Brody, professore statunitense figlio di immigrati polacchi di origine ebraica.

È ancora molto giovane quando debutta, al fianco di Mary Tyler Moore, nella sit-com televisiva Annie McGuire. I riflettori del cinema internazionale si sono posati su di lui, dopo l’incredibile interpretazione di Władysław Szpilman nel film biografico Il pianista (2002) di Roman Polanski, per il quale ha vinto l’Oscar al miglior attore all’età di 29 anni, diventando l’attore più giovane a vincere in quella categoria. È anche diventato il secondo attore americano a vincere il Premio César come miglior attore per lo stesso film.