La Forza di Anakin avvolge la stanza, e la sua serafica immobilità mi tiene in sospeso in uno stato che è a metà tra l’ammirazione e il timore. Mi spaventa l’idea di affrontare un percorso di questo tipo: camminare attraverso i meandri di una mente forgiata in questo modo potrebbe essere veramente pericoloso.
La disciplina e l’allenamento durano ormai da anni; il corpo e la mente hanno sopportato fatiche indicibili, un percorso formativo degno della scuola più rigida. La sua espressione corrucciata non è lo specchio di quello che sta pensando, ne sono assolutamente convinto.
Si tratta di una sorta di casco protettivo sviluppato negli anni, in modo spontaneo; non posso non pensrae a quanto le persone possono essere diverse, e agli effetti che il vivere tutti nella stessa realtà può portare.
Il giovane che mi trovo davanti non è certamente uno come quelli che solitamente mettono piede in questa stanza; ha attraversato percorsi tortuosi, col corpo e con l’anima; è una persona che sta cercando di fare una scelta.
Al momento in cui dovrà fisicamente scegliere, però, la decisione dentro di sè sarà già stata presa; la riflessione su cos’è giusto e cos’è sbagliato, tra ciò che è luce e ciò che è ombra, è iniziata tanto, tanto tempo fa, e adesso siamo al momento dell’attesa dell’entità della scintilla che deciderà il colore del futuro.
Le sue parole sono inusuali rispetto a quelle che consuetamente escono dalla bocca del Jedi di turno; chiunque si perda tra le braccia della Forza, almeno per quanto riguarda quelli che ho visto io, si lascia trasportare da un illuminato e sereno determinismo, qualcosa che rimanda al concetto di Dharma.
Da un altro punto di vista si tratta di una fede cieca nei viluppi del futuro; la consapevolezza delle cose che saranno sembra l'”apertura di un occhio” nuovo, in grado di sfogliare in modo sequenziale il libro dello spazio.
In lui non c’è questo senso di fede profonda, che in alcune persone approssima l’accettazione. La sua voce, specchio dell’animo, ribolle, senza accennare a spegnersi, senza la possibilità di raggiungete la pace e la rassegnazione.
La sua irruenza è solo uno degli aspetti della sua personalità, gli stessi che lo hanno trascinato dove si trova attualmente: un cono oscuro d’ombra, marchiato dall’arroganza e dall’aggressività di chi non ha la sicurezza di poter riuscire a stare bene mai.
Una stretta relazione di dipendenza lo lega alle persone che lo circondano, la paura di rimanere da solo e di perdere i suoi affetti lo rendono solo a priori, vittima di una caccia furiosa e ottusa, una ricerca il cui fine sembra essere il ricercare smanioso stesso.
Ci sono ancora spiragli di luce, anche se la sua giovane età non sarà certo il fattore che determina questa rosa di possibilità. Ne deve passare, di tempo, ancora, prima di riscoprire la retta via. La strada che sta attraversando è lunga, tortuosa, e sembra infinita, ma per sua fortuna non lo è.