Il corto di oggi, Il confine scritto e diretto da Vittorio Faedda, ci porta in una clinica psichiatrica in cui Alessandro, paziente affetto da schizofrenia, si è creato un mondo fantastico in cui vorrebbe rifugiarsi, ma che non riesce più a raggiungere. Il suo percorso di guarigione diventa un limbo e sembra ormai difficile poterne uscire, ma Alessandro una strada per liberarsi del fardello della sua patologia comunque la troverà.
Siamo rimasti piacevolmente sorpresi da questo corto, trattare la malattia psichiatrica in un contesto cinematografico, come in questo caso con una troupe ed un cast di non professionisti, poteva rivelarsi un’arma a doppio taglio, la retorica e la semplificazione della tematica sono sempre in agguato, come la ridondanza nel voler approfondire troppo un argomento dal linguaggio proibitivo.
Invece Faedda resta nei confini del sondabile, ci mette molta empatia ed un approccio visivo un pò formale, ma molto elegante e mai sopra le righe, la regia non sconfina mai, nessun vezzo che avrebbe poturo appesantire la messinscena, ma più di una scelta azzeccata, come il bianco e nero e la percezione della realtà a colori del paziente, tutte piccole accortezze che non passano certo inosservate, davvero un buon lavoro.