Il buono, il brutto, il cattivo: recensione

Il buono il brutto il cattivo []

Tre pistoleri durante la guerra di secessione americana sono alla ricerca di un carico d’oro scomparso, Tuco (Eli Wallach) un fuorilegge messicano, il biondo (Clint Eastwood), abilissimo pistolero che organizza con Tuco false catture che vedono quest’ultimo finire sul patibolo, il biondo incassare la taglia per poi salvarlo in extremis, e il killer Sentenza (Lee Van Cleef), che saputo del tesoro si mette sulle sue tracce.

Saranno Tuco e il biondo per un colpo di fortuna a conoscere l’ubicazione esatta del tesoro, ubicazione a conoscenza del solo biondo, l’informazione gli è stata data da un confederato in punto di morte, ma il recupero del tesoro diventerà molto complicato a causa della cattura dei due travestiti da soldati confederati, da parte di una pattuglia di soldati dell’unione.

Sentenza rintracciati i due proporrà al biondo un’aallenza che esclude Tuco, il biondo accetta, tuco finisce in manette su un treno e Sentenza, il biondo e un manipolo di pistoleri si avviano verso il cimitero in cui sembra sia sepolto il tesoro.

Ben presto il terzetto si riunirà e seguendo la tradizione, il tesoro non verrà spartito, ma andrà tutto a chi dei tre sopravviverà allo scontro a fuoco finale, almeno questa è la proposta del biondo. Chi mettera le mani sul tesoro perduto dei confederati?

Da molti considerato l’episodio meno solido della trilogia del dollaro inaugurata nel 1964 con Per un pugno di dollari e proseguita l’anno dopo con Per qualche dollaro in più, Il buono il brutto, il cattivo rimane una leggenda per gli appassionati, sicuramente manca dell’epica contenuta nei due capitoli precedenti, ma il terzetto di protagonisti, la canonica colonna sonora di Ennio Morricone e alcune sequenze memorabili, ne fanno sicuramente il rappresentante ideale dello spaghetti-western.

Molto travagliata la genesi del progetto, l’idea dello sceneggiatore Luciano Vincenzoni dei tre banditi in cerca di un tesoro durante la guerra civile americana, arrivò inaspettata e molto gradita, visto che Sergio Leone non solo non aveva alcuna intenzione di girare un altro western, ma  non aveva la minima idea di come terminare la sua trilogia nel momento in cui gli fecero una proposta economica che non potè rifiutare per girare il terzo capitolo.

Il film vanta ad oggi incassi stratoferici per un western, oltre 25 milioni di dollari, negli States il film si piazzò terzo dopo capolavori come La Bibbia e Il Dottor Zivago, sorpresa anche la stessa United Artists produttrice del lungometraggio che aveva strappato anche un lungimirante accordo per il cinquanta per cento degli incassi oltreoceano.

la critica dell’epoca, molto snob con il filone spaghetti-western, nonostante il grandissimo e insperato successo fu alquanto tiepida, lodò il talento di d’intrattenitore di Leone e stroncò senza pietà  la performance di Clint Eastwood, insomma tutto come da copione, poi con il tempo la canonica e dovuta rivalutazione e l’elezione della pellicola a film di culto.

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TRAILER ITALIANO