Nonostante l’approvazione del Consiglio comunale, prima, e un mare di pareri favorevoli, poi, il Metropolitan resta chiuso. Il vicedirettore de Il Tempo Francesco Storace, in un articolo delle ultime ore, si sfoga. Lo definisce un blocco/sabotaggio da parte dell’ente guidato da Zingaretti contro il prestigioso cinema del centro storico di Roma in via del Corso.
Nonostante tutte le chiacchiere sulla bellezza e cultura di Roma, quando si tratta di interessi e scontri politici, tutto viene messo da parte. Pare che il blocco del Metropolitan e lo stop scandaloso della Regione Lazio dipendano da una sorta di guerra tra Nicola Zingaretti e Virginia Raggi.
Chi ha deciso il blocco? Chi, dopo che un privato ha investito 7 milioni di euro per la riapertura di 3 sale cinematografiche, ha congelato l’investimento e sta per mandare in fumo 60 posti di lavoro?
La storia del Metropolitan prima dello stop scandaloso della Regione Lazio
Il Metropolitan, nato nel 1909 come grande magazzino in via del Corso (angolo con Piazza del Popolo), diventa nel 1911 Cinema Teatro Americano. Nel 1948 viene rinominato Metropolitan, poi entra in crisi come tante altre sale di Roma.
Nel 2000 è stato demolito, mentre nel 2010 è stato dismesso.
Un privato, nel 2012, decide di investire un’ingente somma in nome dello sviluppo e della cultura. Si tratta di DM Europa che propone spazi per cinema ed uffici: recupera una sala del Metropolitan ed investe 7 milioni di euro per riqualificare Apollo e Airone, due cinema comunali, prevedendo ben 60 posti di lavoro. Tutto questo per vedersi congelare di colpo l’investimento dalla Regione Lazio.
Metropolitan: tutti d’accordo per la riconversione, poi il blocco della Regione
La storia del Metropolitan, fermo da più di 10 anni, va raccontata. Chi ha deciso per il blocco/boicottaggio del cinema va svergognato. Così si sfoga il vicedirettore de Il Tempo.
Tanti pareri favorevoli per il riutilizzo del cinema, tra cui quelli del Ministero dei Beni culturali, primo municipio, sovrintendenza beni architettonici e paesaggistici del Comune, direzione regionale per i beni culturali.
Il 23 luglio 2019, il Consiglio comunale ha approvato la proposta di riconversione del Metropolitan. In seguito, a settembre 2020, la Regione Lazio ha annunciato pareri favorevoli all’unanimità da più parti: dipartimenti e aree regionali, urbanistica, tutela del territorio e ambientale, sviluppo economico, ecc. Tutti d’accordo con proposte di prescrizione e raccomandazione.
Il Comune ha scritto alla Regione Lazio per l’accordo di programma. Al centralino di Zingaretti nessuno risponde. Il 21 gennaio 2021, il Comune decide di proporre alla Regione direttamente lo schema di accordo di programma. Tutto tace. La Regione Lazio di colpo ci ripensa, non vuole più saperne. Il Tempo considera inspiegabile la mancata autorizzazione di Zingaretti.
Chi vuole il blocco del Metropolitan? E perché?
Chi intende mandare in fumo 7 milioni di investimento per la riapertura e riqualificazione di 3 sale cinematografiche? Chi sta facendo saltare 60 posti di lavoro?
Perché sabotare il progetto Metropolitan?
E, ancora, perché la Regione Lazio non ha messo i paletti subito, durante la conferenza dei servizi, anziché sabotare dopo che tutto si era concluso positivamente?
C’è in atto un scontro di interessi politici contrapposti?
Qualcuno nell’ambito della politica o della magistratura farà queste domande alla Regione Lazio?
Zingaretti resta in silenzio, lui va solo al cinema Piccolo America.
Qualcuno, prima o poi, dovrà dare una risposta. Ci uniamo alle parole di Francesco Storace: non si può bloccare un pezzo di cultura cinematografica come il Metropolitan fermo da oltre 10 anni.