3. Confessions
La scena si apre con un’insegnante delle scuole medie, Yuko Moriguchi, mentre annuncia la sua intenzione di ritirarsi dall’insegnamento. Durante il suo discorso d’addio tenuto alla classe, la donna cerca di dare un’ultima lezione ai suoi alunni sul valore della vita, spiegando di come è venuta a conoscenza del fatto che due studenti di quella sezione, chiamati “studente A” e “studente B”, sono stati gli assassini della sua unica figlia Manami. L’insegnante racconta anche di come lei ha contagiato il latte che questi due alunni hanno appena ingerito con del sangue infetto dal virus dell’HIV del suo compagno.
Il film continua con l’arrivo del nuovo insegnante Yoshiteru Terada che con il suo ottimismo peggiorerà le cose. Uno degli studenti avendo paura di contagiare i compagni di classe e sua madre sceglierà di non uscire più di casa diventando un hikikomori, l’altro continuerà ad andare in classe diventando vittima del bullismo dei compagni.
4. La grande bellezza
Jep Gambardella è un giornalista di costume e critico teatrale navigato, dal fascino innegabile, impegnato a districarsi tra gli eventi mondani di una Roma così immersa nella bellezza del passato, quanto distrutta dallo squallore del presente. Cimentatosi in gioventù anche nella scrittura, ha scritto un solo libro, L’apparato umano. Non ha più scritto altri libri – nonostante questa sua prima opera fosse stata apprezzata – per la sua pigrizia e per una tremenda, inconfessata crisi della pagina bianca da cui non riesce ad uscire.
Frequenta ogni notte un siparietto confuso e statico di amici intimi e compagni di sventure, tra cui Romano, scrittore teatrale mai realizzato e perennemente al guinzaglio di una giovane donna che lo sfrutta; Lello, venditore di giocattoli dalla parlantina sciolta e marito infedele di Trumeau; Viola, ricca borghese con un figlio pazzo; Stefania, egocentrica scrittrice radical chic; Dadina, la caporedattrice nana del giornale in cui Jep scrive.
Una mattina, tornando da uno di quegli insipidi salotti, incontra il marito di Elisa, il suo primo (e probabilmente unico) amore, che lo attende davanti alla porta di casa. Sua moglie è morta, lasciandosi dietro solo un diario dove narra dell’amore, mai perduto, verso Jep, di cui il marito è stato semplice surrogato per 35 anni, nient’altro che “un buon compagno”.
Quest’episodio, unito al compimento del suo sessantacinquesimo compleanno, spingono Jep ad una profonda e laconica rivisitazione della sua vita, a una lunga meditazione su se stesso e sul mondo che lo circonda. E, soprattutto, innescano in lui un pensiero che, probabilmente, albergava nascosto in lui da molto tempo: «Ho una mezza idea di riprendere a scrivere».
Roma diventa così teatro onirico di siparietti, vignette, presagi e incontri casuali, da cardinali che si intendono di cucina a spogliarelliste dai segreti dolorosi; ma, soprattutto, diventa il vero palcoscenico di Jep, sempre più convinto della futilità e dell’inutilità della sua esistenza. Il sogno di recuperare la sua identità di scrittore e letterato, di ritornare a quell’innocente bellezza del primo amore adolescenziale, sembrano infrangersi di fronte allo spettacolo aberrante e miserabile con cui Jep ogni sera deve confrontarsi.
La povertà di contenuti che scorge in queste feste trash e volgari lo induce, in un momento di ebbrezza, a un’amara confessione a cuore aperto: «Mi chiedono perché non ho più scritto un libro. Ma guarda qua attorno. Queste facce. Questa città, questa gente. Questa è la mia vita: il nulla. Flaubert voleva scrivere un romanzo sul nulla e non ci è riuscito: dovrei riuscirci io?». Sembra il segno di un fallimento durato un’intera vita. Ma proprio nel momento in cui le speranze sembrano abbandonarlo definitivamente, ecco che l’illuminazione arriva.
Questa serie di episodi, l’incontro con nuovi personaggi, il ritorno alla memoria di Elisa e dell’innocenza del primo amore hanno fatto riaffiorare in Jep una scintilla, una speranza. Il suo prossimo romanzo è finalmente pronto per venire alla luce. Sullo sguardo, finalmente sereno, di Jep che osserva con rinnovata speranza l’alba romana, si chiude il film sulle note di The beatitudes dei Kronos Quartet.
5. Rush
Durante gli anni settanta, esplode la grande rivalità sportiva tra i piloti più talentuosi del momento, il britannico James Hunt e l’austriaco Niki Lauda. I due, che si danno battaglia fin dai tempi della Formula 3, non potrebbero essere più diversi: Hunt è un giovane ed insolente donnaiolo che adora mettersi in mostra, mentre Lauda è un genio strategico dai modi duri e riservati. I due piloti si conoscono inizialmente durante il campionato di Formula 3 del 1970 dove entrano subito in contrasto a causa del diverso approccio che seguono nei confronti della disciplina sportiva che praticano. Mentre Hunt vive con leggerezza ed attraversa un bel periodo agonistico essendo il pupillo della propria squadra, la Hesketh, portato in palmo di mano dal titolare, Lord Hesketh, Lauda si trova di fronte ad un momento critico della propria vita culminante con la rottura dei rapporti col padre che rifiuta di sovvenzionare la sua carriera sportiva ritenendola inappropriata alle tradizioni familiari che vogliono i Lauda banchieri. L’austriaco decide allora di chiedere un prestito che gli consente di entrare, come pilota pagante, a far parte della squadra BRM che corre in Formula 1. Mostrando competenza e determinazione riesce, con l’aiuto dei meccanici, a migliorare le prestazioni della propria vettura che chiede di testare al compagno di squadra Clay Regazzoni. Anche se i due hanno un rapporto conflittuale sarà proprio grazie a Regazzoni che il giovane Lauda lascerà poco dopo la BRM divenendo dal 1973 pilota della Scuderia Ferrari. Proprio nello stesso periodo anche la squadra di Hunt decide di fare il salto di qualità e realizza una vettura in grado di partecipare al campionato di Formula 1. La macchina veste una livrea elegante perché priva di sponsor, una scelta che si rivelerà poco lungimirante e che influirà sugli sviluppi futuri della carriera di Hunt. Nel 1975 Lauda diventa campione del mondo di Formula 1 con la Ferrari, mentre l’assenza di sponsor porta la Hesketh alla bancarotta. Hunt è in crisi perché non ha una macchina da pilotare per l’anno successivo, ma la decisione di Emerson Fittipaldi di abbandonare la squadra McLaren gli consente di proporsi ed ottenere il ruolo di pilota per il successivo campionato. Nel frattempo l’inglese si è sposato con a la supermodella Suzy Miller. La loro unione manifesta i primi segnali di rottura in occasione della crisi di Hunt.