Oggi per I bruttissimi rispeschiamo Tutti gli uomini del deficiente, un flop anni ’90 firmato dal terzetto della Gialappa’s Band, al secolo Marco Santin, Carlo Taranto e Giorgio Gherarducci.
Il trio sul piccolo schermo è autore di una fortunata serie di trasmissioni televisive in cui comicità, sport e tutto il peggio che il tubo catodico potesse partorire venivano frullate in un contenitore ricco di humour, cattiveria e cinismo, divenuto in seguito trampolino di lancio per più di qualche futura star del grande e piccolo schermo, vedi il trio Aldo, Giovanni & Giacomo piuttosto che la conduttrice Simona Ventura.
La Gialappa’s Band forte della popolarità acquisita con il format Mai dire… fa il passo più lungo della gamba e dopo aver collaborato allo script di Tre uomini e una gamba, esordio sul grande schermo di Aldo, giovanni & Giacomo e al successivo Così è la vita, si lanciano in un improvvido progetto cinematografico, che li vede sia in veste di autori, che di voci fuori campo, diretti dal regista Paolo Costella (Amore con la S maiuscola).
La trama ci racconta dell’imprenditore Leone Stella (Arnoldo Foà) proprietario di una lucrosa multinazionale specializzata in videogames, che ormai anziano decide di lasciare la sua azienda ad un successore che dovrà portare il suo stesso nome, i candidati provenienti da tutta Italia si lanceranno in prove demenziali pur di accappararsi la prestigiosa eredità.
Il film è un guazzabuglio di citazioni e personaggi-figurine appena abbozzati che si susseguono confusamente sullo schermo accompagnate dalle immancabili voci fuori campo del terzetto di autori, mai così fastidiose e superflue. Il film diventa una parodia nella parodia sembrando un’affollata convention di VIP in cui a partire dal titolo si citano classici da grande schermo e piccoli cult che non fanno che frammentare ancor di più la già esilissima trama.