Oggi ci occupiamo di un prodotto direct-to-video in questi giorni sugli scaffali delle nostre videoteche, The Vanguard, horror ispirato al recente 28 giorni dopo e relativo sequel e a tutto il filone post-apocalittico più in generale.
Dopo un incipit che ci racconta la terra devastata da un virus e popolata da esseri umani mostruosi e selvaggi ecco arrivare l’eroe di turno, un barbuto guerriero con lancia e ascia perfettamente addestrato, che risulta l’unico sopravvissuto al contagio e quindi possibile veicolo di guarigione e antidoto al virus.
Dopo l’intrigante prologo ed una aria casereccia alla Bad taste, torniamo coi piedi per terra e piombiamo immediatamente nella noia più totale, tra continui scontri del protagonista con gli zombie/infetti e un’interminabile serie di dialoghi pomposi e ridondanti.
In operazioni del genere niente è più controproducente che il prendersi troppo sul serio e qui il regista inglese Matthew Hope lo fa, sfiorando a più riprese il ridicolo, e non basta un budget miserrimo e un doppiaggio approssimativo a giustificare la pochezza di una messinscena soporifera e un’operazione dal look palesemente amatoriale che lascia alquanto perplessi.