Eccoci di fronte ad un incubo in celluloide, certo sicuramente non batte la follia del Chicken Park di Jerry Calà, ma Mia moglie è una bestia e la prova evidente di come si possa girare un film senza alcuna velleità artistica se non quella prettamente commerciale.
Prima di tutto la genialità della trama, durante una gita in montagna il pubblicitario Gianni (Massimo Boldi) scopre per caso all’interno di una caverna la bellissima Eva Grimaldi, donna preistorica ibernata (sic!). Gianni se ne innamora e decide di portarla in città per trasformarla in una donna moderna e poi sposarla.
L’accoppiata vincente Castellano e Pipolo inizia con questo film il suo declino artistico, seguiranno Ci hai rotto papà, Saint Tropez Saint Tropez e il capolavoro Panarea. Boldi alias ciao cipollino! non si muove di un passo dalla sua macchietta televisiva e ci mostra anche un fisico da vero cavernicolo in una memorabile scena di nudo con Eva Grimaldi.
Il resto è pecoreccio e cattiva recitazione uniti ad una sceneggiatura veramente imbarazzante, ai classici topless pruriginosi e a gag trite e ritrite. A parte l’avvenenza di Eva Grimaldi proprio non si riesce a scovare nulla di buono in questo Bruttissimo da antologia.