Per tutti gli zombofili in ascolto, se siete dei veterani del genere come il sottoscritto e ormai vi siete inevitabilmente sorbiti anche il peggio del peggio a disposizione sui nostri macilenti buongustai, avrete sicuramente avuto la sfortuna di incappare nel pessimo Day of the Dead 2-Contagium, fasullo sequel e quasi prequel del grandioso Il giorno degli zombi del maestro Romero.
Dopo un prologo ambientato alla fine degli anni ’60, in cui in un ospedale militare si perde il controllo di un esperimento genetico atto a creare un’arma biologica, per poi dopo il canonico fallimento insabbiarne ogni traccia, eccoci vent’anni dopo in un ospedale psichiatrico costruito sulla vecchia struttura militare, dove un gruppo di pazienti rinviene un contenitore che naturalmente contiene il virus, e che i pazienti apriranno, con tutte le devastanti conseguenze del caso.
Questo splatterone direct-to-video fatto in casa e girato a quattro mani da Ana Calvell e James Glenn Dudelson rasenta il ridicolo, a parte il fastidioso formato video, il film è solo un’imbarazzante sequela di nefandezze visive realizzate al solo scopo di schifare ad hoc l’appassionato meno esigente, nefandezze collegate da uno script insulso che non ha ne capo ne coda, se non forse il voler dare un senso a grugniti, liquefazioni, deformità e mutazioni varie che sono il sale della pellicola.
La coppia di sedicenti cineasti che ha cercato di sfruttare mr. Romero, non ha i mezzi ne tantomeno il talento per fare di low-budget virtù, e cosi si diverte ad inanellare imbarazzanti sequenze che fanno il verso a vari cult tra cui, che Brian Yuzna li perdoni, anche Re-Animator.
Attenzione quindi, se mai durante un’esplorazione tra cestoni e bancarelle, o la canonica visitina nella vostra videoteca di fiducia incrociate questo delirio, date retta passate oltre.