100 anni di Alberto Sordi non sono soltanto un potenziale secolo dalla nascita del comico italiano per eccellenza. Oggi tutto lo chiamiamo Albertone e lo ricordiamo per aver sdoganato, insieme ad altri, la romanità sul piccolo e grande schermo, per averci fatto ridere e commuovere e per quella famosa battuta pronunciata prima di divorare un piatto di spaghetti.
Doppiatore, musico, comico e ispirato, non fu un caso se nel 2000 l’allora sindaco di Roma Francesco Rutelli gli cedette la fascia tricolore: Roma doveva molto a Sordi, anche quando Nanni Moretti ne fece una parodia nel film Ecce Bombo che però, con quel grido di Michele Apicella, fece un atto di protesta che il nuovo cinema muoveva contro quanto era già stato fatto dai più grandi registi italiani.
“Ve lo meritate Alberto Sordi” grida Michele nella celebre scena in cui assiste a un dialogo da bar di un cliente che snocciola luoghi comuni e superficialità con discorsi del calibro: “Rossi e neri sono tutti uguali”. A quel punto il ragazzo parla a nome della sua generazione, si volta verso l’avventore e lascia perdere il tramezzino che fino a pochi secondi prima stava divorando. Nella sua voce c’è tutta la rabbia di un ’68 che è diventata una macchietta, un pretesto per ragionare da intellettuali pur essendo degli svogliati giovinastri che stanno preparando l’esame di maturità.
La riflessione è descritta in questo articolo di The Vision:
E Alberto Sordi, il simbolo dell’italianità, del “maccarone m’hai provocato, e mo’ te magno”, ha la sola colpa di essere tanto pacificamente ignavo e incline al compromesso del “volemose bene” da diventare l’emblema di questa predisposizione d’animo che, c’è poco da fare, è ancora viva e vegeta.
Chi sta nel mezzo, secondo Moretti e secondo molti di noi, ha legittimato la narcotizzazione del pensiero. Sordi probabilmente non prendeva posizione ma faceva beneficenza, e il suo essere piacione e compagnone, anche quando indossava i panni dello sguaiato caratterista che faceva ridere per la comicità trasteverina, non convinceva tutti.
C’è da dire, però, che se oggi l’Italia è anche Alberto Sordi e se oggi la comicità italiana è anche Il Marchese del Grillo, se ancora oggi le sue battute fanno parte della nostra quotidianità probabilmente sì, ci meritiamo questi 100 anni di Alberto Sordi dai quali facciamo fatica ad uscire, vista la nostra naturale predisposizione alla zona di comfort.