Hayao Miyazaki

Scrivere di Miyazaki ha lo stesso effetto, per me, di scrivere sui genitori delle persone che amo. Autore di fumetti, animatore, sceneggiatore e produttore giapponese, Miyazaki è in effetti il padre di alcune delle cose più belle che abbia mai visto, a partire da Conan, il ragazzo del futuro (Mirai Shōnen Konan), ma andiamo con ordine.
Classe 1941, Miyazaki, è sempre stato un appassionato disegnatore, e fu immediatamente conquistato dalla scoperta dei manga e degli anime. Si laurea in Scienze Politiche ed Economia nel 1963, e senza perdere altro tempo entra a far parte dello staff dei disegnatori della Toei , facendosi subito notare per la proposta di un miglior finale per il film Gariba no uchu ryoko (1965) (in inglese Gulliver’s Travels Beyond the Moon).
Divenuto poi animatore capo e concept artist (colui che crea i personaggi e gli scenari) per Taiyo no Ōji: Horusu no daiboken (edito in Italia dapprima con il titolo La grande avventura del piccolo principe Valiant, poi con quello de Il segreto della spada del sole), film diretto da Isao Takahata, pubblica nel frattempo il manga La tribù del deserto (Sabakuno Tami), negli anni 1969-70.


La crescita esponenziale, sia da un punto di vista artistico, sia da quello della carriera e della fama, inizia dopo un decennio, quello degli anni Settanta, speso a lavorare intensamente e a sperimentare nuovi ruoli e nuove creazioni, a partire dalla rega di alcune puntate della serie Lupin III.
Gli anni settanta iniziano proprio con il passaggio dalla Toei alla A-Pro con i colleghi Isao Takahata e Yoichi Kotabe. In questo periodo escono World Masterpiece Theater, e due nomi che non scorderemo mai: Heidi (Alps no Shōjo Heidi) e Anna dai capelli rossi (Akage no Anne), entrambi frutto della collaborazione con Zuiyo Pictures.
L’epilogo di questo periodo coincide proprio con la creazione di Conan, il ragazzo del futuro (Mirai Shōnen Konan), una serie fantastica tratta dal romanzo The incredible tide di Alexander Key. Ne fu regista, character designer, curatore delle scenografie e degli storyboard. Conan è semplicmente una serie stupenda, impossibile da scordare se la si vede anche una sola volta.
Suggestiva, dai toni visivi delicati anche nel momento in cui la scena presenta situazioni di spigolosa crisi, si tratta di una serie veramente azzeccata, sotto molti punti di vista, a partire dal simpaticissimo e risolutissimo protagonista, il giovane Conan.
Successivamente, nel 1982, esce Nausicaä della Valle del Vento (Kaze no tani no Nausicaä?), altro capolavoro il cui successo porta alla nascita di un anime, e da questo momento, per Miyazaki, arrivano la consacrazione e l’indipendenza artistica.
Il successo di Nausicaä permette infatti all’artista di fondare un suo studio, lo Studio Ghibli , la cui prima produzione è Laputa: il castello nel cielo, del 1986. Escono poi a ruota Il mio vicino Totoro, Kiki consegne a domicilio e Porco Rosso, il cui nome in italiano assegnatogli all’origine rimane tale in tutte le lingue.
Nel 1997 giunge il momento di un altro capolavoro: Principessa Mononoke (Mononoke Hime?), ambientato in Giappone nel Periodo Muromachi (1333-1568), racconta le varie facce del rapporto tra l’uomo e la natura. Bellissimo, suggestivo, l’ho conosciuto grazie a un carisismo amico esperto di manga, e non lo dimenticherò mai, trattandosi di un’esperienza che racchiude una trama avvincente, l’esplosione di emozioni fortissime, l’espressione di interrogativi più che di affermazioni sulla natura della presenza dell’uomo su questo pianeta.
Si trattò di un successo clamoroso, che consacrò definitivamente l’autore nell’Olimpo dei più grandi. Miyazaki riesce, nei propri film, a creare una poetica sempre diversa, come se stesse raccontando, allo spettatore, di un viaggio da cui è appena tornato, e di cui si ricorda qualsiasi dettaglio.
Nel 2004 Miyazaki partecipa alla 61a Mostra di Venezia con Il castello errante di Howl (Howl no Ugoku Shiro?), tratto da un romanzo di Diana Wynne Jones,e nel 2005, sempre a Venezia, è stato insignito del meritatissimo Leone d’Oro alla carriera.
Uscito nelle sale giapponesi il 19 Luglio di quest’anno, Gake no ue no Ponyo , conosciuto anche con il titolo inglese Ponyo on the Cliff by the Sea, viene proiettato alla 65ª Mostra del cinema di Venezia proprio in questi giorni, e francamente vorrei essere lì a vederlo.