Sembra proprio che il progetto The Hobbit di Peter Jackson, sia nato davvero sotto una cattiva stella, dopo le incoraggianti notizie che davano il primo ciak per gennaio 2011, ecco che ci pensa un’associazione australiana di attori, che riunisce sette sindacati, a mettere i bastoni tra le ruote al già travagliato progetto, consigliando ai loro iscritti di rifiutare ingaggi per la produzione perchè, sempre secondo l’associazione non verrebbero rispettati pregressi accordi sindacali.
La risposta di Jackson, che non si è fatta certo attendere accusa la suddetta associazione di mettere in atto una vera e propria operazione promozionale che ha lo scopo di ampliare la sua base di iscritti, utilizzando una grande produzione come bersaglio per avere un’eco maggiore a livello internazionale e tra gli addetti ai lavori.
Jackson è piuttosto schietto anche se afferma di parlare a titolo personale e non in vece delle altre due case di produzione coinvolte nel progetto, visto che per motivi strettamente legali non si potranno accogliere le richieste avanzate, il risultato di tale boicotaggio potrebbe avere due esiti, l’annullamento del progetto The Hobbit o lo spostamento delle riprese in location europee, probabilmente paesi dell’Est.
Per quanto riguarda invece Guillermo Del Toro, che ricordiamo mesi addietro in lizza per dirigere il fantasy di Jackson, pare stia scontando le conseguenze di quel periodo visto che la ventilata collaborazione con la Disney per realizzare il suo film d’animazione Trollhunters è praticamente svanita, ma niente paura perchè la Dreamworks Animation ha accolto con piacere il regista permettendogli non solo di concretizzare il suo progetto basato su un libro per ragazzi scritto dallo stesso Del Toro, ma anche di intervenire in veste di consulente nell’imminente Megamind, nel sequel Kung Fu Panda 2 e nello spin-off di Shrek dedicato al Gatto con gli stivali.