Giulio Manfredonia, romano, nipote di Luigi Comencini, è il regista del film Si può fare, interpretato da Claudio Bisio, Anita Caprioli, Giuseppe Battiston, Giorgio Colangeli e Bebo Storti. La pellicola sarà presentata in anteprima nazionale il 30 ottobre al Festival internazionale del film di Roma.
A Milano nei frizzanti anni ottanta, Nello è un sindacalista, ha forti valori etici, ma è appassionato di modernità, terziario, mercato. Troppo avanti per quegli anni, viene allontanato dal sindacato e mandato in una cooperativa di ex malati mentali, appena dimessi dai manicomi per la legge Basaglia.
Nello si ritrova così in una cooperativa di “picchiatelli” che non sanno fare nulla, e vivono di lavori assistenziali. Tuttavia lui crede nella dignità del lavoro e, contro il parere degli psichiatri, cerca di spingerli ad imparare un mestiere: montare parquet. In questo è sostenuto anche da Sara con la quale ha da tempo una relazione sentimentale intensa ma turbolenta.
Manfredonia, al suo terzo lungometraggio, ha vissuto la sua prima esperienza di assistente alla regia nel 1985 con La storia, tratto dal libro di Elsa Morante. Dopo aver lavorato con lo zio Luigi, ha collaborato in quasi tutti i film di Cristina Comencini. Convinto che il cinema sia un mestiere che non si può improvvisare, ha fatto l’aiuto regista per più di un decennio, prima di passare alla regia.
Esordisce nel 1998 con il corto Tanti Auguri, grazie al quale vince il Nastro d’Argento e il premio al miglior cortometraggio al Festival di Annecy. Nel 2001 ha diretto Se fossi in te, il suo primo lungometraggio.