Blade il diurno, ne vampiro ne umano, porta con sè il dono oscuro come una malattia da curare, la sete come un sintomo d’astinenza accompagna un drogato, il peso di una vita a metà non scelta e il bisogno di vendicarsi di chi lo ha contagiato quando era ancora nel ventre materno.
Whistler: Lo trovai quando aveva solo tredici anni. Viveva in mezzo alla strada, mangiava come i barboni…la madre di Blade fu morsa da un vampiro mentre era incinta. Lei morì, ma lui sopravvisse…Può resistere all’aglio, all’argento, persino alla luce del sole. E ha la loro forza…però invecchia come un umano… i vampiri invecchiano molto più lentamente di noi. Ha anche ereditato la loro sete di sangue.
Karen: Whistler mi ha raccontato quello che ti è successo… Mi ha detto che cosa sei.
Blade: Tu non mi conosci. Tu non sai un bel niente di me. Io non sono umano.
Karen: A me lo sembri, invece…
Blade: Gli umani non bevono sangue.
Karen: È successo tanto tempo fa. Forse dovresti dimenticarlo…
Blade: Ho passato tutta la mia vita a cercare l’essere che aveva ucciso mia madre… e che mi ha reso quello che sono. E ogni volta che faccio fuori uno di quei mostri è come se mi riprendessi un pezzo di vita normale. Perciò, non venirmi a dire di dimenticare!
Blade: Allora, lezione numero uno su come si uccidono i vampiri. Le croci e l’acqua santa non servono a niente, dimentica quello che hai visto nei film. Usa un paletto, l’argento o la luce del sole. Sai usare una di queste?
Karen: No, ma imparerò alla svelta.
Blade: La sicura è tolta, il colpo è in canna. Proiettile d’argento a espansione riempito con aglio. Punta alla testa o al cuore, e se sbagli… sono cazzi tuoi!