Sta circolando da alcune settimane nelle sale italiane (a dire il vero poche), un film girato come opera prima nel 2006 da Francesco Suriano: Il pugile e la ballerina.
Molti conoscono Suriano sotto la veste di autore di teatro. I suoi spettacoli sono dedicati alla riscoperta e alla valorizzazione del patrimonio culturale e linguistico calabrese, attraverso una scrittura aspra, vigorosa, profondamente impregnata del dialetto. Il suo teatro, che non è altro che un modo di guardare e comprendere la realtà, dà voce agli “umili”, a tutti quelli che, normalmente dimenticati dalla Storia, sono costretti inevitabilmente a subirla.
L’indagine di Suriano parte sempre dal racconto di microcosmi, per arrivare a relazionarsi alla Storia del ‘900, cogliendone tutte le implicazioni politiche, sociali e culturali.
Le sue ultime creazioni, si contraddistinguono dalla ricchezza dell’esperienza raccolta lungo il suo percorso artistico eclettico e insolito. L’ultima fortunata fatica teatrale, la trilogia di Roccu (Roccu u stortu (1999), A cascia ‘nfernali (2001), L’arrobbafumu del 2004), riassume un po’il comandamento del regista: conoscere, sperimentare, aprirsi per poi tornare alle proprie radici, in questo caso, al Sud.
Nato a Roma da genitori calabresi, critico cinematografico, sceneggiatore e per l’appunto, autore teatrale, Francesco Suriano sperimenta il suo primo lungometraggio Il pugile e la ballerina, dietro una macchina da presa, girando una storia di incontro-scontro tra un pugile eterosessuale ed un gallerista omosessuale.
Enzo e Fabio vivono insieme a Roma e sono una strana coppia. Enzo è un grande esperto e mercante d’arte del Novecento. Fabio è un pugile la cui carriera sportiva tende al fallimento. Enzo è omosessuale. Fabio non lo è per niente. Si rispettano a vicenda ma la tensione non manca. E’ la storia di tre anni di amore unilaterale, senza speranza.
Nel racconto il prima e il dopo si confondono e si sovrappongono come se la storia cercasse strade capaci di districare le ragioni di questo amore impossibile. Anche Osho e Carletto sono una strana coppia: passano le giornate facendo piccole truffe, fingendosi poliziotti. Ma Osho prevale su Carletto e il loro è un rapporto di irrisolta sopraffazione.
Le due coppie vivono una vita parallela fatta di incomprensione e violenza. Sono infelici, vittime della loro solitudine maschile.