Sono tre i film italiani in corsa per il Leone d’Oro al Festival del Cinema di Venezia: “Questi giorni” del veterano Giuseppe Piccioni, “Spira Mirabilis” dei documentaristi Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, “Piuma” di Roan Johnson, giovane regista il cui cognome non deve trarre in inganno.
Roan è (in pratica) di Pisa e conserva un legame strettissimo con la sua città di origine, al punto da aver ambientato già diversi film all’ombra della Torre.
Vispo quarantenne, Roan Johnson raggiunge il traguardo più ambito da tutti i registi, ovvero partecipare al festival del cinema più importante in Italia, tra i più importanti del mondo, rappresentando il proprio paese per la competizione. Lo fa con un piccolo film (in termini di budget) che racconta quello che può succedere quando due fidanzatini adolescenti scoprono di essere in «dolce attesa». Un evento che scombinerà le loro vite e i loro nuclei familiari. Il regista pisano nato però a Londra (nel 1974) dovrà vedersela con autori del calibro di Wim Wenders, Eumir Kusturica, Terrence Malick e tanti altri, provenienti dalle cinematografie più disparate. Insomma, la concorrenza è alta.
Comunque vada il concorso, per Roan quello di poter partecipare a Venezia 2016 con il suo terzo film, è già un successo. Nato da padre inglese e madre materana, Roan Johnson si trasferisce giovanissimo a Pisa dove si laurea in lettere moderne. Successivamente si trasferisce a Roma per frequentare il Centro Sperimentale di Cinematografia per poi debuttare come sceneggiatore per il film di Lucio Pellegrini «Ora o mai più. In seguito scriverà anche per il piccolo schermo per la fiction «Il commissario De Luca», interpretato da Alessandro Preziosi. Il debutto dietro la macchina da presa avviene per un film ad episodi da dividere con altri giovani colleghi, «4-4-2 Il gioco più bello del mondo» (il suo episodio si intitolava «Il terzo portiere»interpretato da Valerio Mastandrea). Il pubblico e la critica si accorgono di Roan Johnson già dal primo lungometraggio; «I primi della lista» uscito nel 2011 con Claudio Santamaria. Tutto girato a Pisa, per raccontare la storia (vera) di tre amici, tre compagni, convinti di un imminente colpo di stato militare. Siamo nel giugno del 1970. La cosa migliore dunque è….darsela a gambe in quanto «primi della lista» di eventuali punizioni e ritorsioni.