Prima o poi doveva succedere: anche i videogiochi sono diventati ufficialmente storia: qualcuno si chiederà se si trova nel blog sbagliato. No, assolutamente no. Il problema è che il titolo parla chiaro: Atari sarà ufficialmente oggetto di una biografia. O meglio, il suo più celebre esponente.
Scritto da Brian Hecker e da Craig Sherman, il film Atari renderà omaggio e parlerà della vita di Nolan Bushnell, il padrino dell’industria dei videogiochi. Si parlerà dell’evoluzione del suo pensiero, e di come passerà da riparatore di flipper rotti a implementatore delle sue stesse idee, rivoluzionarie idee, all’inizio degli anni settanta.
Sarà Leonardo di Caprio a interpretare il protagonista della storia narrata, a sottolineare che ormai è cresciuto, è grand e si è liberato dei suoi ruoli efebici di un tempo; non so a voi, a me piace molto come attore, ma mi fa sempre impressione vederlo con la barba come primo impatto. La sfida di questo film è meno banale di quello che si pensa: su tratta di portare sullo schermo la storia di una delle maggiori case produttrici di videogiochi della storia.
Saltando di palo in frasca (è proprio il caso di dirlo!), vedremo sul grande schermo il mitico Bob Marley. Sua moglie infatti, Rita, sarà la produttrice del primo film biografico sul marito. Pensate che la signora Marley potrebbe essere interpretata da Lauryn Hill, nuora del cantante.
Il film, prodotto dalla Weinstein Co., dovrebbe essere un adattamento dell’autobiografia di Rita Marley, No Woman No Cry: My Life With Bob Marley, che la vita di Bob a partire dalla sua infanzia, per parlare dai duri tempi del loro tumultuoso matrimonio durato ben 15 anni; si parlerà anche del tentato omicidio della coppia arrivando fino alla morte del cantante, nel 1981, per cancro. Una curiosità: è probabile che la pellicola potrebbe giunga nei cinema prima del documentario su Marley diretto da Martin Scorsese, in uscita il 6 febbraio 2010, 65esimo anniversario della nascita di Marley.
Gus Van Sant dirigerà invece un film decisamente impegnato: Milk racconta la storia di Harvey Milk, primo gay dichiarato ad aver raggiunto una carica pubblica negli Stati Uniti. La storia non è una storia facile, nè da raccontare nè, soprattutto, da vivere, e Gus Van Sant ce la racconterà come al solito, con l’assordante silenzio del suo narrare. Il cast del film comprende Emile Hirsch, Josh Brolin, Sean Penn, Victor Garber, Diego Luna, James Franco, Peter Jason, Denis O’Hare.
E Playboy, secondo voi, di chi parlerà? Esatto: L’uomo che ha spogliato più donne. La definizione più azzeccata per il fondatore della rivista Playboy, l’81enne Hugh Hefner, che sull’onda della rivoluzione sessuale, politica e sociale, si è fatto baluardo di coloro che maltollerano l’intolleranza e promuovono la libertà svincolandosi dalle idee puritane e dai legacci del moralismo. Il film è di Brett Ratner, che si dice tutto intenzionato a rendere un quadro coerente e interessante.
Sentite un pò questa: nel 2009 conosceremo da vicino anche la vita di Amelia Earhart, pioniera dell’aviazione. Amelia scomparve nel 1937 mentre sorvolava il Pacifico nel tentativo di compiere un giro intorno al mondo. Il film Amelia è diretto da una donna, Mira Nair, e interpretatp da Hilary Swank, Richard Gere, Virginia Madsen, Ewan McGregor, Marina Stone, Mia Wasikowska, Christopher Eccleston. Mancava la storia di una donna forte. E poi vi dico la verità, girando su internet ho scoperto che quella di Amelia è una storia veramente interessante.
Anche Clint Eastwood dirà la sua nel 2009, con un filmone intitolato The Human Factor, interpretato da Matt Damon. E di filmone si tratta, dato che lancia uno sguardo alla vita di Nelson Mandela dopo la caduta dell’apartheid in Sud Africa, nel 1995. In quell’occasione il Sud Africa ospitò la World Cup di rugby e Mandela, per la prima volta presidente, approfittò dell’importanza dell’avvenimento per sferrare l’ennesimo devastante colpo al razzismo e alla sfiducia che accomunava sia neri che bianchi. Per ovvi motivi Damon non sarà Mandela, interpretato invece da Morgan Freeman. Il film è tratto dal romanzo di di John Carlin The Human Factor: Nelson Mandela and the Game That Changed the World.
E per mantenere il tono alto, parliamo adesso di Escobar, film biografico su Pablo Escobar che uscirà parallelamente a Killing Pablo. Escobar è diretto da Antoine Fuqua e il produttore esecutivo sarà niente meno che Oliver Stone; il film è la trasposizione del romanzo di Roberto Escobar My hermano Pablo.
Chiudiamo con un altro paio di “nomoni”: sarà Steven Spielberg a girare il film su Lincoln. Pare che le riprese siano iniziate subito dopo l’uscita del mitico quarto episodio di Indiana Jones. Chissà se realmente Spielber ruscirà a rendere il tutto accattivante, considerato che quando ci si confronta con figure di una certa grandezza, si finisce spesso per sminuirle, nonostante tutte le buone intenzioni. Del resto, coi tempi che corrono, ci vuole un qualcosa che ci aiuto ad associare ancora pensieri positivi alla presidenza degli Stati Uninti.