Ieri due grandi avvenimenti hanno segnato la quinta giornata della Mostra di Venezia, il primo era l’attesa proiezione del documentario di Michael Moore Capitalism: a love story, accolto con grande entusiasmo dalla stampa, ha lasciato un segno indelebile negli spettatori del Lido con la sua lucida e e spietata cronaca della crisi economica americana.
Cinque anni fa-spiega il regista- il mio modo i vedere il mondo era una minoranza negli USA, ora con Obama è tutto cambiato e c’è tanta speranza.
Altro grande momento ieri per il cinema americano, e per il sodalizio Disney/Pixar, quando il regista George Lucas ha premiato John Lasseter e il suo team creativo con un Leone d’oro alla carriera per lo strabiliante lavoro svolto negli ultimi anni.
Durante la cerimonia di premiazione proiettati dieci minuti del nuovo film Disney La prinvipessa e il ranocchio, un ritorno all’animazione tradizionale e quarantanovesima sfida per lo studio americano.
La tecnologia-afferma Lasseter-non crea i film, le persone lo fanno. Non sei un animatore solo perchè sai spostare un ogeattto da un punto A ad un punto B. Sei qualcuno che da vita ad un personaggio: una cosa che i software e la tecnologia non possono fare.
Il nuovo cinema italiano da ancora grandi soddisfazioni, ieri la proiezione di Good morning Aman, opera prima del regista romano Claudio Noce è stata accolta con un lungo e caloroso applauso, Noce racconta una Roma multietnica e l’amicizia tra un sofferto Mastrandrea e l’esordiente italo-somalo Said Sabrie.
Oggi due pezzi da novanta al Lido, entrambi fuori concorso, si tratta del regista Oliver Stone che porta al lido il suo documentario sul leader Hugo Chavez, South of the border, oggi nel pomeriggio per la proiezione previsto l’arrivo del presidente venezuelano, e l’attesa anteprima dell’ultimo lavoro di Soderbergh, The informant.