La trentesima edizione del Festival di Torino si avvia alla conclusione, oggi proiezione in concorso per l’americano Sun don’t shine di Amy Seimetz, mentre come evento speciale segnaliamo nella sezione Festa Mobile il dramma inglese Ginger & Rosa di Sally Potter con protagonista Elle Fanning (Super 8).
SUN DON’T SHINE
Una giovane coppia viaggia in automobile sulle strade della Florida.
Intorno a loro la natura selvaggia e opprimente, fatta di paludi e foreste, si alterna al paesaggio di provincia costituito da case tutte uguali. Ma dove stanno andando Crystal e Leo? Da dove arrivano? Qual è lo scopo che li spinge a macinare chilometri su chilometri? Man mano che i giorni passano, tra i tanti litigi che si susseguono e i pochi momenti di tenerezza che i due si concedono, la tensione si fa sempre più palpabile, lasciando emergere ombre e retroscena inquietanti nel passato di Crystal. A cosa li porterà quella che sembra sempre di più una fuga da loro stessi?«Il film è ispirato a un incubo ricorrente che faccio da quando avevo otto anni. Ha cominciato a ritornare con maggiore frequenza proprio prima che girassi Sun Don’t Shine. L’ultimo anno è stato piuttosto difficile e traumatico, quindi sentivo particolarmente il bisogno di realizzare questo film».
GINGER & ROSA
Nella Londra del 1962 Ginger e Rosa, adolescenti inseparabili, si sentono oppresse dalle rispettive madri, che considerano meschine, per quanto siano molto diverse: Anoushka, la madre di Rosa, è single e dall’aspetto dimesso, mentre Natalie, madre di Ginger, è una seducente pittrice frustrata, sposata con il pacifista Roland. Sarà proprio questa inusuale figura paterna, romantica agli occhi delle due ragazze, a incoraggiare la figlia alla poesia e alla politica, sullo sfondo della crisi dei missili di Cuba, ma anche a causare la prima frattura tra le due, complice l’attrazione di Rosa nei confronti dell’uomo.
«Ho preso la decisione consapevole di rimuovere tutto ciò che ostacolasse una fruizione il più diretta possibile del film, nella speranza che chiunque ci si potesse riconoscere. Per questo motivo ho girato in modo molto diretto e al singolare, secondo il punto di vista di Ginger. Aver adottato in maniera così netta una simile posizione mi ha aiutato molto nelle decisioni da prendere durante le riprese e ovviamente anche durante la fase di scrittura».
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