Apre oggi i battenti la settima edizione del Festival di Roma e come ogni anno seguiremo la manifestazione con un post quotidiano in cui vi presenteremo i film di punta del programma. Oggi in cartellone Takashi Miike che con il suo Il canone del male (Aku No Kyôten) inaugurerà il concorso internazionale e Aspettando il mare (V ožidanii morja), il kolossal russo di Bakthiar Kudhojnazarov sarà invece il film d’apertura fuori concorso.
La cerimonia d’apertura del festival si terrà alla 18.30 e vedrà come madrina l’attrice Claudia Pandolfi. Sul red carpet sfileranno tra gli altri i registi Jeff Nichols, Timur Bekmambetov, PJ Hogan e gli attori Matthew Modine, Valentina Cervi, Stefania Rocca e Alice Rohrwacher.
Per quanto riguarda gli altri film in programma oggi vi segnaliamo per la sezione CinemaXXI il film corale Centro Histórico dei registi Aki Kaurismäki, Pedro Costa, Victor Erice e Manoel de Oliveira.
IL CANONE DEL MALE – AKU NO KIOTEN
Seiji Hasumi insegna alla Shinko Academy, un liceo privato. È un insegnante modello, benvoluto dagli studenti e rispettato dai colleghi. Eppure qualcosa di indecifrabile e minaccioso si nasconde sotto la brillante reputazione del docente. Hasumi risolve efficacemente un problema dopo l’altro: le molestie sessuali di un insegnante su una studentessa, un gruppetto di scolari imbroglioni, gli episodi di bullismo, e inizia a prendere il controllo della scuola. Ma qualcosa nei suoi metodi non quadra, e dal passato di Hasumi emerge una sconcertante e pericolosa verità…
Per girare questo film mi sono resettato. Ringrazio chi mi ha selezionato per l’onore che mi hanno fatto. Anche se temo i danni che potrebbero subire quando, alla fine della proiezione, scoppierà una sommossa. Di certo io non scapperò né mi nasconderò: anzi, mi troverete in sala. Perciò vi prego di unirvi a me. Il film in realtà è di gran lunga più divertente di quanto vi aspettate [Takashi Miike]
ASPETTANDO IL MARE – V OZIDANII MORJA
Il mare è scomparso in una tempesta di sabbia. Un villaggio muore lentamente giorno dopo giorno. Solo il marinaio Marat si oppone al destino e decide di trascinare la sua nave, ridotta a un rottame arrugginito attraverso il deserto, pur di ritrovare il mare e una ragione. Ma Marat porta un grande peso sulle spalle: da quando i suoi marinai e la moglie hanno perso la vita nella tempesta, tutti nel villaggio lo guardano con sospetto. Soltanto l’amico fraterno Balthasar e Tamara, la sorella della defunta moglie, credono in lui. Deriso e osteggiato dagli abitanti, costretti oggi a tollerare un inutile aeroporto lì dove una volta si stendeva il mare sul quale barche dei pescatori s’avventuravano al calare della sera, Marat affronta un viaggio pieno di incognite pur di ritrovare una ragione di vita.
A ispirarmi l’idea del film è stata una delle più grandi catastrofi ambientali del XX secolo: l’evaporazione del lago d’Aral. Fin dall’inizio avevamo intenzione di parlare di un’ecologia dell’anima. La conseguenza di una catastrofe ambientale è sempre una tragedia umana contemporanea. Come possono vivere i marinai, i pescatori e i portuali? Come possono colmare l’enorme vuoto che affligge le loro vite e le loro anime? È come se in opposizione al blu luminoso e vivificante del mare, le nere e appiccicose masse di olio stiano emergendo dal cuore della terra e si stiano estendendo a dismisura: la quintessenza della sofferenza e del caos che affliggono la nostra epoca. Marat ha una sua verità, un suo rapporto con la natura e con Dio. Un amore tragico, gli inevitabili ostacoli (tragici, drammatici e spesso comici), la vita bizzarra di una città fantasma, la natura peculiare dei suoi cittadini: tutte queste componenti trovano il loro posto nel mosaico del nostro film. Ma il punto saliente resta uno: l’essere umano non potrà mai essere annientato finché avrà in sé la forza di lottare e resistere [Bakthiar Kudhojnazarov]
CENTRO HISTORICO
Raccontano i produttori: “Mentre giravamo per la moderna Guimarães, la città dove è nata la nazione portoghese, ci siamo chiesti: ‘Che storie ha da raccontarci?’. Perché le cose non sono quello che sembrano: le dimensioni multiple della storia possono prendere avvio sia dalla realtà che dalla finzione. E dunque abbiamo scelto queste storie”. O Tasqueiro di Aki Kaurismäki La storia di un oste solitario nel vecchio centro di Guimarães. Lamento da Vida Jovem di Pedro Costa Mentre i giovani capitani guidano la rivoluzione nella strade, Ventura si perde nei boschi e in un ospedale. Vidros Partidos di Victor Erice La “fabbrica dalla finestre rotte” è il nome dato oggi a quella che una volta è stata la più grande industria tessile d’Europa. O Conquistador, Conquistado di Manoel de Oliveira Mentre sta raggiungendo la cima della collina fortificata, uno storico si ferma: il conquistatore, immortalato nel bronzo, è stato conquistato.